lunedì 17 settembre 2018

Sandro Chia espone alla Pinacoteca Casa Rusca di Locarno fino al 6 gennaio

Colori violenti e accesi, pennellate intense e pastose sono i protagonisti dei 50 dipinti di grande formato della mostra dedicata al pittore italiano Sandro Chia, che la Pinacoteca Casa Rusca di Locarno propone con la curatela di Rudy Chiappini, per questo ultimo scorcio di anno, fino al 6 gennaio 2018.

The Acrobats, 2004 / Olio su tela 162 X 130 cm, Collezione privata
Ancora una volta la scelta è stata dettata dal desiderio di mostrare al pubblico in Ticino, artisti della contemporaneità che mai prima hanno esposto in territorio svizzero. In mostra opere per lo più del periodo che va dagli anni ’80 fino ai primi anni del 2000, anni assai prolifici per l’artista fiorentino. Una pittura molto figurativa, dai cromatismi acidi, irreali; al centro dei dipinti, corpi ingombranti di grandi dimensioni, che fanno dell’artista toscano uno dei protagonisti della Transavanguardia, che ebbe il suo culmine negli anni ’80 del Novecento, e di cui fecero parte pittori italiani come Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Mimmo Paladino, con Achille Bonito Oliva come critico e teorico del movimento. Nella sua carriera Chia si dedica per lo più alla pittura, più o meno materica a seconda delle opere, ma è aperto anche alle sperimentazioni: in mostra troviamo due sculture bronzee, che strizzano l’occhio ai Kouroi greci per la postura e l’espressione eterea, ma nel suo percorso artistico si confronta anche con tecniche meno diffuse come il mosaico, tanto che il MAR di Ravenna gli dedicò diversi anni fa una mostra personale.

Leave the artist alone, 1985, Olio su tela 165 X 255 cm / Collezione D'Ercole, Roma
Attraverso il corpus delle sue opere emerge un messaggio chiaro: al centro si situa l’artista con la sua individualità, fisicità, il suo istinto, il suo mondo tra reale e onirico, e la volontà di fissare l’attimo restituendo però anche una visione che abbraccia l’esistenza. Le figure pur sempre così massicce, hanno una vaga pensosità, che ne delinea una certa qual leggerezza. Figure per lo più solitarie, sospese in paesaggi indefinibili, dai colori irreali. I soggetti sono fra i più vari ed attingono alla parte più inconscia dell’autore, ma anche a sue letture, episodi di vita quotidiana, spunti dalla modernità, riferimenti a fatti o persone a volte con una punta di ironia e canzonatura: il tutto rielaborato, rimasticato e raffigurato secondo il metro personale del suo pennello. Così come richiami più o meno manifesti vanno all’arte che lo ha preceduto, dal mondo antico ai maestri del Rinascimento, dall’espressionismo tedesco del ‘900 fino a Chagal, De Chirico, Carrà. Soggetto spesso rappresentato è lui stesso con le sue ansie, malinconie, solitudini, ispirazioni. L’artista come metro della sua pittura.

The angel and his pig, 2006 / Olio su tela 170 X 150 cm, Collezione privata

Bio

Sandro Chia
Nasce a Firenze il 20 Aprile 1946 dove frequenta l'Istituto d'Arte e successivamente l'Accademia di Belle Arti. Nel 1970 lascia Firenze e si stabilisce a Roma, dove nel 1971 ha luogo la sua prima personale presso la Galleria La Salita. Tra il 1971 e il 1975 compie parecchi viaggi in Oriente ed in Europa.  Attorno al 1976 il suo lavoro ha una svolta, abbandonando le sperimentazioni concettuali per rimettere mano ai mezzi della pittura e del disegno. Nel 1980 espone alla sezione "Aperto 80" alla Biennale di Venezia insieme agli altri esponenti della Transavanguardia, corrente artistica nata in Italia nel 1980, caratterizzata dall’immediatezza ed, in alcuni casi, dalla “brutalità” del segno pittorico, dalla “corposità” dell’impatto cromatico e dai colori violenti. Nello stesso anno si reca a New York dove espone con una personale alla Galleria Sperone WestWater Fischer, dopodiché si trasferisce nella Grande Mela, lavorando tra l’America e l’Italia. Dal 1982 comincia a dedicarsi alla scultura. Nel 1984 partecipa alla XLI Biennale di Venezia nella sezione "Arte allo Specchio". In pittura Sandro Chia ammira e guarda a Maestri del passato quali Tiziano, Masaccio, Tintoretto, Lotto, Michelangelo, e tra i contemporanei De Chirico, Lèger, Cèzanne, Picasso, Chagall, che rielabora ed assorbe nella sua idea dell'arte che ricerca in se stessa i motivi della propria esistenza. Durante gli anni Ottanta il suo lavoro è stato esposto presso gallerie e musei di importanza internazionale in Italia e all'estero. Nel 1984 e nel 1989 partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione "Arte allo Specchio", in numerosi musei in tutto il mondo quali il Castello di Rivoli, il Solomon R. Guggenheim di New York nel 1983, il Metropolitan Museum of Art di New York nel 1984, Villa Medici a Roma nel 1995. Nel '99, nell'ambito della Mostra sulla Pop-Art (Chiostro del Bramante, Roma) presenta ritratti di artisti italiani di quella corrente. Nel giugno del '99 inaugura una mostra di ritratti d'artista alla Galleria Gian Enzo Sperone di Roma. 
Attualmente vive e lavora a New York soggiornando spesso in Italia a Montalcino nel Castello Romitorio, di sua proprietà, dove è anche produttore di vino.

Sandro Chia
mostra personale
fino al 6 gennaio 2019

di Cristina Radi




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