martedì 23 agosto 2022

Cosa ho visto al Festival di narrazione di Arzo 2022

Parcheggio la macchina ad Arzo e mi faccio mezz’ora di cammino sotto il sole, salendo sulla collina verso Meride. Alle porte del paese mi accodo a gruppi di spettatori, poi però mi accorgo che ahimè andiamo a spettacoli diversi. Dovevo dar ragione al mio Maps: gira a destra, gira a destra e tu sei andata dritta, te l’avevo detto!!

Finalmente arrivo sudata e un po’ innervosita nel luogo giusto e mi spiaggio sulla panca in un bel cortile interno con pergolato di vite, stracolmo di bambini e genitori. 

Uffa! pillole di noia contro la follia del tempo 
compagnia Piccolo Canto con Francesca Cecala, Miriam Gotti, Ilaria Pezzera.

Poi la magia del teatro si rinnova: si palesano 3 fatille-dis-fate in missione, per aiutare i bambini della Terra, nei loro piccoli e grandi problemi. Di missione in missione, assistiamo alle pozioni pasticciate delle tre pasticcione. La vera magia però è che queste tre ci tengono tutti in pugno, grandi e piccini, alternando trovate divertenti, a canti a cappella anche tratti dalla tradizione popolare. E mentre cantano, percuotono i semplici oggetti di scena che diventano strumenti, e si accompagnano anche con un grande tamburello o con un gong che vibra fortissimo. Anche la parola è musica, spesso ricorre la rima e il pensiero va subito alle gioiose filastrocche di Rodari.

Le missioni sono strampalate o anche serie. Le fatille si rivolgono ai bambini, ma anche ai genitori, mostrando il povero Andrea che chiede aiuto, perché non ha mai tempo per giocare, dovendo frequentare mille corsi. Eccole quindi alle prese con una delle loro pozioni e con l’intruglio lanciano un messaggio: la noia è madre di creature immaginifiche e dei giochi più fantasiosi, genitori e bambini non abbiatene paura! Dopo un’ora di canti e trovate, sei dentro al loro mondo e vorresti continuare ad annoiarti ancora un po'.

Uffa! pillole di noia contro la follia del tempo 

Compagnia Piccolo Canto con Francesca Cecala, Miriam Gotti, Ilaria Pezzera.


FB: Compagnia Piccolo Canto

Siede la terra Compagnia Maniaci D’Amore

Siede la terra Compagnia Maniaci D’Amore con Francesco d'Amore e Luciana Maniaci

Uno spettacolo talmente reale da essere assurdo, che ruota attorno al tema della maldicenza come meccanismo ufficiale, per regolare le glorie e le disgrazie altrui. Il paese è la comunità globale, dove la diversità è un male già di per sé e quindi da annientare con la consolidata macchina del fango. In scena la madre, pettegola capo del paese, e la figlia, l’altra faccia della medaglia; entrambe rappresentano i fatti: l'una si limita a riportarli, mentre l’altra li trasforma manipolandoli. Tutto nasce da un pretesto, una scritta volgare su un muro, da qui piano piano emergono i meccanismi occulti che regolano l’influenza dell’opinione pubblica, gli stessi che appartengono a tutte le community. Esilarante con toni alla Franca Valeri ma al contempo agghiacciante, l’interpretazione della madre, che trae spunto da certe conduzioni televisive di trasmissioni di gossip, che ostentano glamour e superiorità. Solo fuggendo fisicamente dall’occhio vigile della pettegola, ci si sottrae alla macchina del fango. E solo i giovani possono farlo, perché in loro non si è ancora radicata la lente distorta della maldicenza, come arma di potere e di distruzione dell’altro. In una scena minimalista gli interpreti, Francesco d'Amore e Luciana Maniaci, sono davvero convincenti, riservandoci sorprese con cambi repentini di personaggio. Si ride molto in questo spettacolo, confrontati con pezzi di verità serviti sul piatto dell’ironia. Un’ironia tagliente e crudele che mi ha ricordato i personaggi della siciliana Emma Dante, nei cui spettacoli come qui, ritroviamo parti inconfessate di noi stessi.

www.maniacidamore.com

di Cristina Radi


Big data B&B: Curino 2.0 al Festival di narrazione

 Possono due ore di macchina per vedere uno spettacolo teatrale, testimoniare l’affezione di un fan? Da molti anni seguo Laura Curino, una tra le maggiori interpreti del teatro di narrazione italiano. Ho letteralmente adorato e visto più volte Olivetti a cui è seguito Adriano, storie della famiglia di Ivrea e pezzi di memoria dell’Italia. Ecco perché, quando ho letto che Curino avrebbe aperto la 22° edizione del Festival di Arzo, ho convinto ad accompagnarmi il marito un po’ reticente.

Big data B&B è uno spettacolo, che con i toni della commedia, affronta un tema attuale, che tocca tutti: dove finiscono i nostri dati? Gli “accetta-accetta-accetta”, che quotidianamente clicchiamo nei nostri pc.
Curino interpreta la proprietaria di un B&B, frequentato da professori ed informatici, e con i toni dell’ironia trasmette forte il senso di inadeguatezza di una parte della società, “informaticamente analfabeta” eppure ormai dipendente.


I dati immateriali prendono vita nell’immaginazione dell’interprete, che li visualizza come banchi di pesci che si muovono in direzioni imprevedibili. Ed avvolto nel mistero sembra essere il meccanismo che regola l’algoritmo, i cui sbagli sono privi di conseguenti responsabilità. L’algoritmo diventa per la signora del B&B un essere magico, divino e come gli dei dell’Olimpo è imprevedibile ed imperscrutabile: Deus est machina, l’algoritmo è la nuova religione.

Sul palco Curino è affiancata da Beatrice Marzorati, la controparte nativa digitale, che naviga senza problemi nel grande mare di Internet, ne conosce i meccanismi, che sfrutta al meglio, ma anche le insidie da cui sa proteggersi. Molto interessante quindi l’interazione fra le generazioni e le due prospettive nei confronti delle nuove tecnologie.

Come sempre Curino riesce a passare con disinvoltura da registri comici a toni più seri, fino a sfiorare anche momenti di pathos. La drammaturgia, scritta da Laura Curino con il contributo dei docenti del META, network del Politecnico di Milano, affronta una tematica carica di sfaccettature complesse, e vuole essere giustamente comprensibile a tutti, con un linguaggio semplice e a volte comico.

Molti e calorosi gli applausi per le due brave interpreti da una sala gremita, per un ottimo esordio del Festival.

Curino parla dello spettacolo:


di Cristina Radi

martedì 9 agosto 2022

Festival internazionale di narrazione di Arzo (18-21 agosto 2022, Arzo-Meride)

Apre la 22° edizione del Festival di narrazione, una delle voci più autorevoli e talentuose del teatro di narrazione italiano, Laura Curino che ha dato voce a tanti personaggi tra cui gli indimenticati Camillo e Adriano Olivetti.

La troviamo ad Arzo il 18 agosto ore 21.30 con Beatrice Marzorati, con il nuovo lavoro BIG DATA B&B.

NB causa maltempo lo spettacolo andrà in scena all’ORATORIO DI BALERNA. 

Il festival si svolgerà dal 18 al 21 agosto nei cortili e spazi di Arzo e Meride. 

BIG DATA B&B, in scena Laura Curino

Lo spettacolo porterà in scena la complessità dello sviluppo scientifico:

«Il progresso tecnologico allevia la fatica. Ogni nuovo passo avanti serve a delegare alla macchina la fatica umana: di lavorare, di muoversi, di tenere pulita la casa. Ma ogni nuova delega di fatica comporta anche una delega della nostra capacità di prendere decisioni, fare scelte, esercitare la nostra responsabilità» (Laura Curino)Lo spettacolo nasce dalla collaborazione dell’artista con un pool di docenti del META network del Politecnico di Milano, che riunisce studiosi per una ricerca sugli effetti delle tecnologie, per scoprirne errori e mancanze.
La riflessione proseguirà venerdì 19 agosto, alle ore 18.30, in un incontro aperto al pubblico, in cui le attrici dialogheranno con Roberta Carpani, studiosa e docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La violenza della ’ndrangheta e l’asprezza della Calabria sono raccontate in Ionica, il lavoro di Alessandro Sesti e Alfonso Russi, in scena venerdì 19 agosto, alle ore 21.30, ad Arzo. Lo spettacolo dà voce e corpo alla storia di Andrea Dominijanni, un testimone di giustizia calabrese che nel 2014 ha deciso di denunciare la ’ndrangheta e che, da allora, vive sotto scorta. Grazie al suo coraggio è stato possibile ricostruire un percorso di 30 anni di attività criminale che ha portato all’arresto e alla condanna di alcuni dei principali esponenti mafiosi dell’area calabrese.
In scena, a dialogare con la voce di Sesti, ci saranno  tre musicisti, che con un clarinetto, un contrabbasso e una chitarra, restituiranno i suoni di una terra sofferente, dilaniata da conflitti insostenibili.
 
Un’altra ferita del presente è quella indagata dalla giovane compagnia Usine Baug, per la prima volta ospite del Festival, con TOPI, a 20 anni dal G8 di Genova (sabato 20 agosto, ore 21.30, Arzo). Il lavoro, attraverso l’unione di ricostruzione storica e invenzione scenica, racconta il G8 di Genova e prova a restituire la complessità di uno degli eventi più tragici della storia italiana recente.
La compagnia, domenica 21 agosto, alle ore 16.00, dialogherà con la sociologa e parlamentare MPS Angelica Lepori e l’avvocato e Presidente del Festival, Marco Mona, in un incontro aperto al pubblico.
 
programma completo su

www.festivaldinarrazione.ch