lunedì 18 gennaio 2021

Vi consiglio un libro: Fiore di roccia di Ilaria Tuti

In questo periodo in cui ci viene limitata sempre di più la possibilità di praticare molte delle attività che riempiono il nostro quotidiano, voglio consigliare un libro, sia perché un buon libro è un ottimo modo per riempire i vuoti, si tiene attiva la testa e non ci si sente soli vivendo le vite degli altri, sia anche perché in parte ci possiamo rispecchiare nella storia, che narra di un periodo molto difficile come è stato quello della Grande Guerra e di come uomini, ma soprattutto donne hanno saputo reagire.


La protagonista e voce narrante di Fiore di Roccia della scrittrice friulana Ilaria Tuti (edito da Longanesi), è Agata Primus e come lei le sue amiche e compaesane, a cui viene chiesto di trasportare nelle loro gerle nelle trincea ad alta quota, tutto quanto serve per la sopravvivenza dei soldati, dai viveri, alle medicine fino alle armi. Queste donne, madri di famiglia, con dei pesantissimi carichi sulle spalle, affrontano la montagna che ben conoscono e diventano l’unica speranza dei soldati del Pal, fino a dover esse stesse imbracciare le armi per aiutare a respingere il nemico austriaco, meglio armato ed equipaggiato. Sono le Portatrici carniche.


Dalle pagine della Tuti, emerge tutta la fatica della guerra, ma anche il senso dell’eroismo e del valore che contraddistingue uomini e donne nella difesa della Patria. Personaggi sempre molto autentici con i loro dubbi e le loro fragilità, che si sono trovati a dover rispondere a momenti di grave difficoltà, tirando fuori tutto il coraggio e la resistenza di cui erano capaci. Con questo libro, Tuti ha voluto riportare alla memoria collettiva, il sacrificio e la forza di queste donne semplici, che volontariamente hanno messo a rischio la loro vita, da cui dipendeva anche quella di figli e anziani. Donne, dimenticate dai libri della grande Storia, abituate alla fatica e agli stenti, e rese ancor più forti dalla miseria. La narrazione è sempre molto intensa, ma mai ridondante, dalla prosa semplice quasi scarna, trasuda tutta l’ammirazione dell’autrice per queste eroine del quotidiano e ne rende la maestosità, rispecchiando l’austerità ma anche la bellezza di un paesaggio scarno come quello delle montagne del Friuli. L’umanità delle donne è il filo sottile che attraversa tutto il romanzo, fino al finale a sorpresa che riscalda il cuore e lascia speranza.

di Cristina Radi