Mentre visitavo la bella mostra di Frida Kahlo, al Mudec di
Milano, mi giravano in testa pensieri e associazioni di idee anche lontane fra
loro, che vorrei mettere nero su bianco per far chiarezza anche nella mia testa,
condividendole con chi legge.
Il pannello all'entrata della mostra del Mudec |
Osservando i quadri di Frida, vere rappresentazioni per
immagini della sua vita, mi tornavano in mente le varie critiche fatte a Leopardi
e al suo pessimismo cosmico, pensiero scaturito secondo alcuni solo grazie al
costante dolore fisico che lo ha accompagnato per tutta la vita. Come sappiamo
il poeta recanatese rifiutò con forza questa tesi, vero e proprio attacco
secondo lui alla lucidità delle sue riflessioni. Per Frida Kahlo invece il suo
disfacimento fisico e la sua sofferenza interiore sono gli oggetti fondanti del
suo lavoro, senza il maledetto incidente che la vide coinvolta da giovane e che
la costrinse lunghi mesi e anni a letto chiusa in pesanti busti, forse non ci
sarebbe stata neppure la Frida Kahlo pittrice o almeno nei termini in cui la
conosciamo. Sicuramente però quello che trovo leghi i due artisti, è il modo
in cui siano riusciti a rappresentare la sofferenza che scaturisce dal profondo
di ogni individuo, in qualcosa di più universale che accomuna tutti gli uomini.
La colonna rotta, 1944 |
Per questo la pittura di Kahlo ci colpisce tanto, perché nelle sue lacrime, nel
suo sangue, nella rappresentazione brutale e senza filtri del suo corpo,
troviamo sempre qualcosa di noi e del nostro male interiore. Ci guarda nel
profondo e ci fa da specchio, riflettendo la nostra immagine, come lei per
dipingere gli autoritratti rifletteva la sua. Condizione umana che emerge
ancora di più dai quadri dove è rappresentata la sua balia indios o la madre
terra, che abbraccia sì Frida ma le sue fattezze sono totemiche, maschere
impersonali e distanti: tutto ha origine dal suo latte che sgorga dal suo seno,
e tutto lì finisce.
La mia balia e io, 1937 |
Non c’è compassione e comprensione della condizioni umana,
solo uno scorrere senza tempo. La natura messicana è un altro elemento fondante
dell’arte della pittrice, ma gli oggetti naturali hanno spesso anche una
valenza sensuale e al contempo minacciosa, come le foglie taglienti o striate
di sangue di certi sfondi di autoritratti o piante bellissime, ma velenose.
Natura madre e matrigna anche qui, quindi.
L'amoroso abbraccio dell'universo, la terra (Messico), io, Diego e il signor Xólot |
La mostra del Mudec dal titolo “Oltre il mito”, vuole
proprio andare al di là della biografia e della personalità di Frida per far
emergere l’arte e l’universalità della sua pittura, consacrandola fra i grandi della
storia dell’arte contemporanea. Un’esposizione di molte sue opere, alcune molto
famose accanto ad altre sconosciute ai più, corredata da lettere dalla bella
calligrafia tonda, piene di piccoli disegnini per spiegare meglio un concetto
attraverso un’immagine, come se per lei fin da giovanissima la rappresentazione
visiva avesse un potere esplicativo maggiore della parola. Numerose poi sono le
foto, che la vedono ritratta da sola, con Diego o con amici e parenti, molte
sono mere testimonianze, altre invece vere e proprie opere d’arte come le bellissime
foto a colori di Nickolas Muray, in cui la ritroviamo messa in scena con i suoi
tipici costumi da tehuana e con ghirlande floreali ad adornarle i capelli.
Frida Kahlo in una foto del fotografo americano Nickolas Muray |
La mostra è aperta fino al 3 giugno ed è assolutamente
consigliata la prenotazione on line dei biglietti, se si vogliono evitare
lunghe file in coda.
Consiglio goloso: se come me e la mia compagna di avventure Rossella
Gibellini, non avvertite neppure la fame quando vi immergete in qualcosa di
interessante e trascorrete 4 ore dentro una mostra, poi alla fine vi accorgete
che sono le quattro e mezza e non avete ancora pranzato, allora potete approfittare
all’uscita del Mudec di uno street food d’eccezione dal sapore latinoamericano,
in tema con la nostra Frida: El Caminante è un bar mobile venezuelano che offre
panini dai sapori esotici e davvero gustosi e che soddisfa gusti ed esigenze
diverse, dal veggie al pesce, al pollo, alla carne sempre accompagnato da verdure,
formaggi e salse particolari.
![]() |
Cristina Radi da El Caminante - Foto Rossella Gibellini |
Frida Kahlo, Oltre il mito
Mudec, via Tortona, 56 Milano
fino al 3 giugno
di Cristina Radi
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