È sempre un piacere ascoltare gli artisti parlare dei loro
processi creativi e delle loro idee, di quali urgenze li hanno guidati. Certamente
lo è stato ascoltare l’artista Giuliano Collina chiacchierare amabilmente con
l’amico architetto Mario Botta, nell’incontro organizzato qualche giorno fa dal
Museo Comunale di Arte moderna di Ascona.
Il vaso di Pandora |
Collina, che espone ad Ascona la sua personale dal titolo La vita in studio fino al 7 maggio 2017,
ha parlato a lungo senza per altro mai annoiare, di come sono nati i lavori
esposti, creati attraverso gli “avanzi” di altre sue opere, conservati con cura
negli anni. Di qui nelle ore “avanzate” dal suo lavoro artistico più ufficiale,
accostando materiali più diversi con la tecnica del collage in grandi fogli di
carta bianca, hanno preso vita nuove forme, nuovi accostamenti. Le tante opere
che ne sono nate sono frutto quindi di un puro “divertimento d’artista”, e lui
stesso ci comunica la gran soddisfazione di mettere insieme pezzi di scarto e vederne
emergere un senso. Collina ammette di non aver mai pensato prima di questa
mostra, di esporre questi suoi divertissement,
e questa creazione fine a se stessa, gli ha dato un’ironia, una libertà, una
giocosità e una leggerezza, che uno scopo, una committenza (che durante
l’incontro l’artista però ha ammesso di rimpiangere) gli avrebbe impedito.
L’allegria della creazione la si denota fortemente anche dai titoli delle opere
in mostra, titoli scritti a matita, anch’essi simbolo quindi di precarietà, di
possibile cambiamento e allo stesso tempo però sono parte integrante
dell’opera, emersi per lo più a metà del lavoro, quando l’avanzo comincia a prendere
forma e insieme alla soddisfazione dell’invenzione appare anche il titolo.
Mario Botta e Giuliano Collina |
Una
soddisfazione che si riflette anche in chi guarda l’opera e leggendo il titolo
ne nasce spontaneo un sorriso, cosa non certo comune per una mostra d’arte contemporanea.
Le forme informi diventano così la scopa del diavolo, un maiale, la coperta
di Arlecchino, Crash (una sedia che si infrange contro una vetrata), il
coloratissimo vaso di Pandora (non tutto il male viene per nuocere), la tenda
di Aladino e tante tante altre invenzioni spassose.
La scopa del diavolo |
Mario Botta dal canto suo, ha parlato dell’etica del riuso
anche nell’arte, del dare nuova vita anche ai propri avanzi creativi,
nell’epoca del consumismo, del gettare piuttosto che riparare. E sicuramente ha
ragione, dietro queste opere c’è anche un inconscio e sotterraneo senso etico
dell’artista. Io però da spettatrice ho apprezzato soprattutto l’ironia e la
leggerezza, attenzione non la superficialità, dell’artista che anche durante
l’incontro Collina-Botta, è emersa fortemente facendoti nascere spontaneo il
sorriso a bordo labbro.
per vedere la galleria fotografica delle opere di Giuliano Collina clicca qui
fino al 07 maggio
Museo Comunale d'Arte Moderna
Via Borgo 34, 6612 Ascona
Via Borgo 34, 6612 Ascona
Contatti
Per info: +41 91 759 81 40
di Cristina Radi
di Cristina Radi
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