il presepio contemplativo di Grazia Sarcina |
Il 26 dicembre visita guidata per due gruppi, con due punti di partenza in centro a Bologna.
Io e mio marito abbiamo iniziato la visita dal Cortile di Palazzo d’Accursio, il palazzo comunale di Bologna, per seguire le spiegazioni del professor Fernando Lanzi. Inizio della visita proprio il Cortile del Palazzo, che ogni anno ospita un presepio artistico. Quest’anno è in mostra il “presepio contemplativo” di Grazia Sarcina con statue in terracotta a grandezza naturale, personaggi dall’aria quasi meditabonda, ma dalle figure e dai visi finemente realizzati. In particolare la Madonna dal profilo molte dolce e i capelli raccolti in un velo, guarda il suo bimbo pensierosa.
Per la seconda tappa, il professor Lanzi ha condotto il gruppo nella Corte Isolani lato Strada Maggiore, dove ci ha illustrato un presepe ancora in terracotta, opera di un’altra artista donna, Claudia Cuzzeri. Un presepe attualizzato, a significare che Gesù viene anche oggi per noi, riprendendo la tradizione viva fino al ‘700, quando le statuine vestivano gli abiti dell’epoca contemporanea. Personaggi moderni, dunque, una scolaresca sullo sfondo, scene di vita quotidiana; i re Magi, tre bambini di etnie diverse, l’ambientazione proprio il portico di Corte Isolani, uno dei più antichi di Bologna e un palazzo di Piazza santo Stefano. Da una parte ma in primo piano, la curiosa figura del “dormiglione”, che Lanzi ha spiegato essere colui che non risponde all’annuncio, figura tipica di molte rappresentazioni dei presepi bolognesi del ‘700, che in questa scena è affiancato da un ragazzo-angelo con le ali dentro lo zaino che tenta invano di svegliarlo.
Al Museo Davia Bargellini in Strada Maggiore, un susseguirsi di pregiati presepi tra ‘700-‘800 opere di artisti-artigiani bolognesi. Dietro la mano dell’artista, il pensiero del teologo con presepi carichi di un’intensa simbologia, che solo l’occhio esperto può decriptare. La Madonna fino a metà del ‘700 non rivolge gli occhi al bambino, anzi è triste e pensierosa in riferimento al versetto del Vangelo di Luca “Maria serbava queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19): la rappresentazione della consapevolezza di Maria del destino di suo figlio. Maria che allatta è invece il simbolo della Chiesa che nutre. Il bimbo dentro la mangiatoia, è Cristo che si fa Eucarestia. L’ambientazione delle rovine romane mostra la fine della religione politeistica. Il pastore con la pecora offerta in dono, è già il sacrificio di Cristo.
Le parole del professor Lenzi ci aiutano ad osservare e riflettere sulla scena ad un livello più profondo, imparando a leggere anche i presepi di casa nostra con altri occhi.
Prossime visite guidate: 6 e 8 gennaio ore 15.30
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