La drammaturgia di Massini riprende volutamente i toni del testo epico, con frasi che ritornano in maniera quasi ossessiva, perché la storia di Haifa è una vera e propria Odissea dei giorni nostri. Haifa però è una donna comune che non ha nulla di eroico, anzi lei era “nata per stare ferma”, eppure suo malgrado è costretta ad affrontare il grande viaggio verso l’ignoto.
Le tappe del percorso sono scandite da incontri e vicende in un climax di tensione, che si fa sempre più densa e asfissiante, fino a farti dimenticare di respirare. Una storia come tante di migrazione, ma anche un viaggio nelle proprie profondità.
L’interpretazione della Piccolo è preparata meticolosamente con toni a volte distaccati anche nei momenti di pathos, che se pur intensi sono sempre all’insegna della compostezza. In questo modo lo spettatore non riesce mai ad identificare completamente Haifa con la sua interprete, ma ascoltando fa sua la storia, che diventa così la storia di tutti quelli che devono affrontare un viaggio nelle profondità di se stessi, che devono con coraggio aprire gli occhi di fronte ad una realtà troppo dura da guardare direttamente e in cui sarebbe meglio vivere nella nebbia. È la storia di ognuno di noi che è dovuto morire nel corso della vita e poi per forza rinascere, e che ha trovato dentro di sé un coraggio insospettabile per affrontare le prove più dure e salvare chi si ama più della vita. È anche una storia di solidarietà, dove in condizioni disperate e disumane, si fanno incontri di grande umanità e si stringono accordi, che diventano vincoli di mutuo soccorso che oltrepassano l’opportunismo.
Tutto questo ci restituisce in poco più di un’ora e mezza Ottavia Piccolo, la cui narrazione è punteggiata, esaltata, affiancata dalla musica dal vivo dei bravi e versatili musicisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, che riesce a creare tutto il sottotesto sonoro e le atmosfere del racconto ora con melodie tratte dalla tradizione orientale e occidentale, ora semplicemente con suoni e sonorità.
Incontro con Ottavia Piccolo oggi 24 ottobre ore 18.00
L’interpretazione della Piccolo è preparata meticolosamente con toni a volte distaccati anche nei momenti di pathos, che se pur intensi sono sempre all’insegna della compostezza. In questo modo lo spettatore non riesce mai ad identificare completamente Haifa con la sua interprete, ma ascoltando fa sua la storia, che diventa così la storia di tutti quelli che devono affrontare un viaggio nelle profondità di se stessi, che devono con coraggio aprire gli occhi di fronte ad una realtà troppo dura da guardare direttamente e in cui sarebbe meglio vivere nella nebbia. È la storia di ognuno di noi che è dovuto morire nel corso della vita e poi per forza rinascere, e che ha trovato dentro di sé un coraggio insospettabile per affrontare le prove più dure e salvare chi si ama più della vita. È anche una storia di solidarietà, dove in condizioni disperate e disumane, si fanno incontri di grande umanità e si stringono accordi, che diventano vincoli di mutuo soccorso che oltrepassano l’opportunismo.
Tutto questo ci restituisce in poco più di un’ora e mezza Ottavia Piccolo, la cui narrazione è punteggiata, esaltata, affiancata dalla musica dal vivo dei bravi e versatili musicisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, che riesce a creare tutto il sottotesto sonoro e le atmosfere del racconto ora con melodie tratte dalla tradizione orientale e occidentale, ora semplicemente con suoni e sonorità.
Incontro con Ottavia Piccolo oggi 24 ottobre ore 18.00
Teatro di Locarno, ingresso gratuito
Replica dello spettacolo
Replica dello spettacolo
Occidente Express mercoledì 24 ottobre ore 20.30, Teatro di Locarno
di Cristina Radi
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