Nell’esposizione si traccia il concetto di sacro, che ha guidato Botta nel suo lavoro. Ascoltare l’architetto parlare, incanta per la passione e la semplicità della sua esposizione che rende accessibili a tutti, concetti vasti e complessi. Parlando del suo approccio nel lavorare agli edifici di culto, racconta che in fondo è l’architettura stessa a basarsi profondamente sul concetto di sacro, perché è una disciplina a cavallo fra arte e tecnica, che trasforma un fatto di natura in un fatto di cultura, perché con una semplice linea chiusa divide il macrocosmo dal microcosmo, perché include concetti profondi come gravità, luce, limite, soglia.
La Chiesa di Mogno |
L’esposizione locarnese si svolge in un percorso cronologico, che va dalla Cappella nel convento dei Frati cappuccini realizzata negli anni ’60 alla Chiesa di San Giovanni Battista a Mogno in Valle Maggia, ricostruita nel 1987 al posto della vecchia chiesa spazzata via da una valanga, fino alla moschea progettata nel 2016 per essere edificata a Yinchuan in Cina.
Per la Chiesa di Mogno, Botta ha raccontato di essere stato contattato dalla comunità locale che ancora sotto choc rivoleva la chiesa esattamente dove era prima, per non lasciare ai figli un territorio più povero di quello che avevano ricevuto. Così facendo in realtà non solo hanno riavuto la loro chiesa, ma hanno reso anche Mogno meta di pellegrinaggio per molti che forse mai si sarebbero recati là, se non ci fosse stata la bella chiesa di Botta da ammirare, diventata vero monumento della Valle Maggia.
Per la Chiesa di Mogno, Botta ha raccontato di essere stato contattato dalla comunità locale che ancora sotto choc rivoleva la chiesa esattamente dove era prima, per non lasciare ai figli un territorio più povero di quello che avevano ricevuto. Così facendo in realtà non solo hanno riavuto la loro chiesa, ma hanno reso anche Mogno meta di pellegrinaggio per molti che forse mai si sarebbero recati là, se non ci fosse stata la bella chiesa di Botta da ammirare, diventata vero monumento della Valle Maggia.
Il padiglione in legno nel cortile della Pinacoteca |
Racconta ancora Botta che il percorso anche artistico di un architetto è tracciato dalla committenza, che gli chiede di realizzare ciò che alla comunità serve per vivere meglio il proprio territorio. In questo senso l’architetto è più di ogni altro creativo al servizio della comunità, restituendo negli edifici, i suoi pensieri e concetti. Dagli edifici di Botta infatti traspira molto potentemente il senso del divino, l’anelito all’infinito, non a caso pur nella diversità, in molti suoi progetti per il sacro prevale la linea circolare, simbolo in qualche modo del divino, a volte nascosta anche nel cuore dell’edificio stesso come nella Chiesa di San Pietro Apostolo a Sartirana di Merate (LC), e la luce che spesso scende dall’alto su chi si trova all’interno dell’edificio, a volte con un vero e proprio contatto visivo verso il cielo come nel caso di Mogno o della cattedrale della Resurrezione di Evry in Francia o ancora nella Chiesa di San Rocco a Sambuceto (in Abruzzo).
la Chiesa di San Rocco a Sambuceto (provincia di Chieti, Italia) |
Mario Botta |
Nel cortile della Pinacoteca la ditta Laube ha realizzato su progetto di Botta, un padiglione a semicerchio interamente in legno, che dà al visitare l'iniziale colpo d’occhio complessivo di tutti i 22 progetti.
Le piante di tutti gli edifici in esposizione |
La mostra è assolutamente da visitare anche per chi non è particolarmente interessato all’architettura, perché si presta ad essere ammirata sotto svariati punti di vista: è una riflessione sociologica sul senso del sacro, che sembra perduto nel millennio della secolarizzazione ma che tutti in qualche modo inseguono trovandolo anche nell’effimero, è una mostra di fotografia urbana, e dà il senso della trasformazione del territorio e delle richieste della società, che variano con il variare delle esigenze e delle culture.
Consiglio goloso: di fronte alla Pinacoteca Casa Rusca si trova la storica pasticceria Marnin, che sempre fa creazioni ad hoc in occasione degli eventi più importanti della città. Per la mostra Spazio Sacro sono stati esposti in vetrina i modellini interamente in cioccolata della Chiesa di Mogno e dell’edificio espositivo in legno che si trova all’interno della mostra. Vale la pena fare un salto per ammirare queste dolci creazioni e fermarsi senz’altro a prendere anche un caffè e assaporare le delizie, che sempre Marnin riserva alla sua clientela.
Consiglio goloso: di fronte alla Pinacoteca Casa Rusca si trova la storica pasticceria Marnin, che sempre fa creazioni ad hoc in occasione degli eventi più importanti della città. Per la mostra Spazio Sacro sono stati esposti in vetrina i modellini interamente in cioccolata della Chiesa di Mogno e dell’edificio espositivo in legno che si trova all’interno della mostra. Vale la pena fare un salto per ammirare queste dolci creazioni e fermarsi senz’altro a prendere anche un caffè e assaporare le delizie, che sempre Marnin riserva alla sua clientela.
La Chiesa di Mogno, nella realizzazione in cioccolata della pasticceria Marnin |
Mario Botta. Spazio Sacro
Pinacoteca Comunale Casa Rusca
Piazza S. Antonio 1
CH-6600 Locarno
fino al 12 agosto 2018
di Cristina Radi
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