La regista italo-svizzera, ma newyorkese d’adozione Petra
Volpe con “Die Gottliche Ordnung” (L’ordine divino) vincitore del prestigioso
Nora Ephron Prize al Tribecca Film Festival, ha realizzato un valido
lungometraggio nel quale con realismo ed umorismo ripercorre il cammino
dell’emancipazione femminile in Svizzera.
Senza salire in cattedra per una
lezione di storia, Petra Volpe rende omaggio a tutte quelle donne che
timidamente ma con determinazione si opposero a quello che era ritenuto
l’ordine divino, della supremazia maschile, escludendole dal diritto di voto in
una società che si vuole democratica. Attraverso la storia della sottomessa
Nora, relegata al ruolo di custode del focolare domestico e di quelle che come
lei si batterono per ottenere, nel 1971, il diritto al voto, il film in modo
realista e vibrante ci rende partecipe dell’evoluzione e la conclusione della
rivendicazione di quelle donne, della loro determinazione e del loro coraggio
nel mettersi contro una società patriarcale, che le vedeva per la prima volta
ribellarsi. Film avvincente che ha la sua forza anche nella coralità narrativa,
che sa ben dosare i toni drammatici con quelli umoristici, i momenti di
tristezza con quelli di gioia. Filmato con maestria, riesce a ricreare con
naturalezza i luoghi e l’epoca nei quali si svolge. La storia narrata dalla
47enne regista svizzero-italiana svolge in un villaggio dell’Appenzello. La “location”
è stata scelta simbolicamente per raccontare come in una nazione molto
conservatrice una donna qualunque, che non si interessa per nulla di politica, a
poco a poco viene coinvolta nel movimento di emancipazione, che diventa parte
integrante della sua vita quotidiana.
Petra Volpe in una delle tante interviste ha anche spiegato
da dove viene il titolo del film. “Dalla propaganda antifemminista dell’epoca
che affermava “Ammettere le donne alla politica è andare contro l’ordine divino”.
Un’argomentazione molto forte, poiché significa non solo mettersi contro l’uomo
ma anche contro Dio”. Come mostro nel film, c’era anche un movimento femminile
molto forte contro il diritto di voto che faceva uso di argomentazioni apocalittiche,
che giungevano a prevedere la sparizione della Svizzera nel caso le donne avessero
ottenuto il diritto di voto.
Petra Volpe che con l’Ordine
divino sta avendo un ottimo successo di pubblico, in particolare nella Svizzera
di lingua tedesca, ha ottenuto il premio principale alle Giornate di Soletta in
gennaio, sette nomination e tre Quartz, gli Oscar svizzeri, a Ginevra in marzo
e due premi al Tribeca Film Festival di New York in aprile, a proposito del suo
film ha tra l’altro detto “Non è il mio primo film che tratta
dell’emancipazione femminile. È un argomento che ha a che vedere anche con la
mia famiglia: i personaggi di mia madre e delle mie nonne, sia quella italiana,
sia quella svizzera. Sin da quando ero piccola questo tema è stato per me di
grande importanza.
di Augusto Orsi
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