Certe volte si ha proprio l’impressione che le cose non
capitino per caso. Mentre andavo al LAC di Lugano per visitare la mostra Uno sguardo differente dedicata al
Picasso meno sconosciuto, ascoltavo la radio come sempre sintonizzata sulla
Rete due, il canale culturale della RSI. Domenica mattina va in onda Voci dipinte,
trasmissione dedicata all’arte. La conduttrice Emanuela Burgazzoli rifletteva
con i suoi ospiti di come ci sia sempre più interesse anche da parte del grande
pubblico, oltre che all’opera d’arte finita, anche al processo creativo, che segue
un artista. E questo perché il bozzetto, la materia appena plasmata è più
vicina all’idea primigenia, che poi ad opera finita spesso scompare,
trasformandosi in altro.
Violino, Parigi 1915 |
Visitando la mostra del LAC, mi sono resa conto di quanto
questo fosse sostanzialmente giusto. Qui sono esposti soprattutto bozzetti,
appunti, note che Picasso faceva in continuazione con la mente sempre in eruzione
allo stato magmatico, disegnando ovunque gli capitava. Tra le 120 opere in
mostra, si trova persino un disegno fatto sui conti della spesa, il che è
esilarante e sorprendente per il visitatore perché ci mostra il Pablo più
quotidiano, l’uomo comune alle prese con i problemi degli esseri mortali.
Le opere esposte provengono dal Musée national Picasso di Parigi, dove sono state raccolte moltissime delle sue 100mila opere prodotte in 80 anni di attività ininterrotta, che ha richiesto un immane lavoro di catalogazione da parte di esperti dello Stato francese. La mostra del LAC è a cura di Carmen Giménez, una delle massime esperte dell’artista spagnolo.
Della sterminata produzione picassiana, naturalmente solo
alcune opere sono esposte più o meno regolarmente, molte si trovano negli
archivi del Museo, impossibilitato ad esporre l’opera omnia. Per questo motivo mostre
come queste, servono a farci entrare nelle pieghe dell’uomo e nei meandri dell’artista
meno conosciuto.
Bicchiere, giornale e pera, 1914-1915 |
Le opere esposte provengono dal Musée national Picasso di Parigi, dove sono state raccolte moltissime delle sue 100mila opere prodotte in 80 anni di attività ininterrotta, che ha richiesto un immane lavoro di catalogazione da parte di esperti dello Stato francese. La mostra del LAC è a cura di Carmen Giménez, una delle massime esperte dell’artista spagnolo.
Pablo Picasso nel suo atelier |
La capra, Vallauris 1950 |
Accanto a disegni a china, matita, guazzo di piccolo formato, sono esposti bozzetti, studi per opere straordinarie come Les Demoiselles d'Avignon o Guernica. Ci sono poi le sculture, attraverso cui si percepisce ancora la mente innovatrice del genio dell’arte contemporanea con l’assemblaggio di materiali poveri e il riuso di oggetti di scarto, come nel violino cubista o nel bellissimo bronzo dedicato all’umile ma fiera capra incinta, dove il costato è strutturato su una vecchia cesta di vimini. Anche il collage, largamente usato dall’artista, fa parte di questa idea di prendere dei materiali per destrutturarli e trasformarli in altro, concetto attorno a cui ruota il cubismo con lo spostamento dei punti di vista.
Minotauro ferito, cavallo e figure, Juan-les-Pins, 1936 (studio per Guernica) |
L’esposizione che ripercorre un periodo che va dal 1905 e al1967,
contribuisce a chiarire ancora meglio che pur essendo stato il maestro del
cubismo, Picasso fu fino all’ultimo uno sperimentatore in continuo
rinnovamento, osservatore dell’arte e della realtà a lui contemporanea,
producendo anche contemporaneamente opere dagli stili eterogenei.
I suoi lavori nascono spesso anche dalle emozioni e dagli accadimenti della vita, per cui troviamo ritratti e sculture di alcune delle sue compagne come la testa di Fernande del 1909, bronzea e pesante ispirata dalla scultura primitiva iberica, oppure la scultura del 1962 in lamiera tagliata della testa dell’ultima moglie Jacqueline, che anche nel suo stile cubista ha già qualcosa di pop, trasmettendo l’idea di una donna giovane e alla moda. Una freschezza e una leggerezza che si avverte nelle opere dell’ultimo Picasso, che forse con l’età aveva lasciato dietro di sé anche affanni e pesantezze.
Testa di donna, Fernande, Parigi 1909 |
I suoi lavori nascono spesso anche dalle emozioni e dagli accadimenti della vita, per cui troviamo ritratti e sculture di alcune delle sue compagne come la testa di Fernande del 1909, bronzea e pesante ispirata dalla scultura primitiva iberica, oppure la scultura del 1962 in lamiera tagliata della testa dell’ultima moglie Jacqueline, che anche nel suo stile cubista ha già qualcosa di pop, trasmettendo l’idea di una donna giovane e alla moda. Una freschezza e una leggerezza che si avverte nelle opere dell’ultimo Picasso, che forse con l’età aveva lasciato dietro di sé anche affanni e pesantezze.
Molto interessanti le visite guidate che ogni domenica alle 13.00 sono gratuite, previa prenotazione.
Sul sito www.masilugano.ch sono illustrate anche le molte iniziative collaterali legate alla mostra, tra cui aperitivi e pause pranzo artistiche, conferenze e laboratori.
Guarda la galleria fotografica delle opere in mostra
Uno sguardo differente
Fino al 17 giugno 2018
A cura di Carmen Giménez
Catalogo
Edizione Casagrande, Bellinzona
Collana “MASI” Lugano
a cura di Carmen Giménez
Edizione Casagrande, Bellinzona
Collana “MASI” Lugano
Formato 26X28 cm
Pagine 216
Prezzo 62,00 euro
di Cristina Radi
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