Vizio di Forma - Archivio Zeta foto di Franco Guardascione |
Lo spettacolo è la prima tappa del progetto AREADIBROCÀ, che ha come obiettivo di lavorare sulla relazione tra mente, linguaggio, suono, voce, discorso, pensiero. L’area di Brocà, o area del linguaggio articolato, è una parte dell’emisfero dominante del cervello, il centro cerebrale che presiede alla trasformazione in lingua parlata dei nostri pensieri. Prendendo il nome dal medico e anatomista Paul Pierre Brocà, che fu il primo a descriverla nel 1861, AREADIBROCÀ è un cantiere di ricerca dedicato a Primo Levi che, a trent’anni dalla morte, intende indagarne l’opera anche nelle sue parti meno note.
Abbiamo deciso di lavorare sull’opera più nascosta di Primo Levi, così lo spettacolo nelle parole di Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni, alla ricerca di una sua voce cosmica e poetica, nel tentativo di trovare destinatari e significati per un balbettio radio senza destinatario e senza senso: siamo partiti dallo studio dei racconti di fantascienza scoprendo un mondo ricchissimo di idee, predizioni, premonizioni, immagini, angosce. Poter lavorare su questo magma incandescente permette al nostro teatro di andare a fondo su diverse questioni aperte in altri spettacoli: il ruolo del pubblico come parte attiva della drammaturgia e della scena, l’analisi metafisica del testo, il rapporto dialettico tra immagine e parola. Su una scena popolata di oggetti di cera, pronti a liquefarsi o a essere modellati, e di fil di ferro, come le sculture volatili, che Primo intrecciava con gli scarti di lavorazione, spazzata da rumori di fondo e venti cosmici che recano frammenti di onde sonore frutto del massimo sviluppo della sensibilità musicale occidentale, su questo spazio profondo e sospeso nel disumanesimo cosmico (così originariamente si sarebbe dovuta intitolare la raccolta di questi racconti) non si tenta di vendere merce, ma di procacciare l’affare della vita, dello spazio-tempo, con gli strumenti analogici della parola e dell’immagine. Le parole e le immagini dovrebbero fissarsi come una vernice, uniformi, senza grumi, ingannare e sedurre tutti noi, spettatori soddisfatti e prigionieri non-nati incatenati nella Caverna. Ma qualcosa si inceppa e inizia a emergere una faglia, un vizio di forma, una lacerazione nel nostro tessuto connettivo, che scopriremo essere ordito tragico, connesso proprio al più grande vizio, quel Lager generato dal sonno della ragione.
Arricchiscono il progetto l’ospitalità sul palcoscenico di studiosi e giornalisti, invitati proprio in virtù della loro passione e conoscenza dell’universo letterario e intellettuale di questo grande testimone, ai quali, dopo lo spettacolo, sarà affidato il compito di approfondire e riflettere, porre e ricevere domande, aggiungere conoscenza e pensiero.
Gli ospiti che hanno accettato l’invito sono: Massimo Bucciantini (Esperimento Auschwitz, Einaudi 2011) ospite l’8 dicembre, Domenico Scarpa (Consulente Centro Studi Primo Levi, Album Primo Levi, Einaudi 2017), ospite il 9 dicembre e Francesco Cassata (Fantascienza?, Einaudi 2016), ospite il 10 dicembre.
Il CANTIERE PRIMO LEVI propone anche LA ZONA GRIGIA, un esperimento di memoria attiva da I sommersi e i salvati di Primo Levi, dedicato alle scuole superiori, in collaborazione con la Scuola di Pace di Monte Sole.
posti limitati, prenotazione consigliata
INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI
Teatro delle Moline, Via Moline 1/B, Bologna – www.emiliaromagnateatro.com
La biglietteria al Teatro delle Moline apre mezz’ora prima dell’inizio della rappresentazione.
Prevendita biglietti c/o Arena del Sole, Via Indipendenza 44 Bologna - 0039 051.2910910 - dal martedì al sabato ore 11-14 e 16.30-19. Biglietteria telefonica: 0039 051.656.83.99 dal martedì al sabato ore 10-13.
di Rossella Gibellini
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