mercoledì 24 ottobre 2018

Ottavia Piccolo interpreta Haifa al Teatro di Locarno

Ottavia Piccolo in Occidente express (in replica anche oggi 24 ottobre al Teatro di Locarno), ci racconta il viaggio della nonna Haifa che attraversa due continenti dall’Iraq alla Svezia con la nipotina di 4 anni, per sfuggire alla violenza, che ha azzerato in poche ore il suo villaggio.
La drammaturgia di Massini riprende volutamente i toni del testo epico, con frasi che ritornano in maniera quasi ossessiva, perché la storia di Haifa è una vera e propria Odissea dei giorni nostri. Haifa però è una donna comune che non ha nulla di eroico, anzi lei era “nata per stare ferma”, eppure suo malgrado è costretta ad affrontare il grande viaggio verso l’ignoto. 



Le tappe del percorso sono scandite da incontri e vicende in un climax di tensione, che si fa sempre più densa e asfissiante, fino a farti dimenticare di respirare. Una storia come tante di migrazione, ma anche un viaggio nelle proprie profondità.
L’interpretazione della Piccolo è preparata meticolosamente con toni a volte distaccati anche nei momenti di pathos, che se pur intensi sono sempre all’insegna della compostezza. In questo modo lo spettatore non riesce mai ad identificare completamente Haifa con la sua interprete, ma ascoltando fa sua la storia, che diventa così la storia di tutti quelli che devono affrontare un viaggio nelle profondità di se stessi, che devono con coraggio aprire gli occhi di fronte ad una realtà troppo dura da guardare direttamente e in cui sarebbe meglio vivere nella nebbia. È la storia di ognuno di noi che è dovuto morire nel corso della vita e poi per forza rinascere, e che ha trovato dentro di sé un coraggio insospettabile per affrontare le prove più dure e salvare chi si ama più della vita. È anche una storia di solidarietà, dove in condizioni disperate e disumane, si fanno incontri di grande umanità e si stringono accordi, che diventano vincoli di mutuo soccorso che oltrepassano l’opportunismo.

Tutto questo ci restituisce in poco più di un’ora e mezza Ottavia Piccolo, la cui narrazione è punteggiata, esaltata, affiancata dalla musica dal vivo dei bravi e versatili musicisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, che riesce a creare tutto il sottotesto sonoro e le atmosfere del racconto ora con melodie tratte dalla tradizione orientale e occidentale, ora semplicemente con suoni e sonorità.

Incontro con Ottavia Piccolo oggi 24 ottobre ore 18.00
Teatro di Locarno, ingresso gratuito

Replica dello spettacolo
Occidente Express mercoledì 24 ottobre ore 20.30, Teatro di Locarno

di Cristina Radi

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Ottavia Piccolo in Occidente Express

lunedì 22 ottobre 2018

Festival Gender Bender 2018: Cromocosmi (Bologna 24 ottobre-3 novembre)

Dal 24 0ttobre al 3 novembre 2018 a Bologna è protagonista la 16° edizione di Gender Bender, il grande evento prodotto dal Cassero LGBTI Center e con la direzione artistica di Daniele Del Pozzo.

una scena del film kenyota Rafiki
Danza, teatro, cinema, laboratori, incontri per esplorare gli universi del corpo, delle differenze, del genere e dell’orientamento sessuale. Cromocosmi è il titolo di questa edizione, nella quale si fondono sguardi e traiettorie innovative della ricerca artistica contemporanea, che attraversano il dibattito sui mille universi e le tantissime storie di vita costruite sulle differenze (cosmi), parlando di identità e di corpi (cromosomi), ma anche di provenienze geografiche ed etniche (cromatismi), con particolare riferimento alla black culture.

Shailesh Bahoran- ph studio breed


I principali ingredienti del festival
Gender Bender è diviso in sette sezioni - Danza, Cinema, Teatro, Mostre, Incontri, Laboratori, Party - e offre uno straordinario sguardo multidisciplinare sulle produzioni del contemporaneo. Il tema di questa sedicesima edizione - cioè l’intreccio tra le differenze di orientamento sessuale, identità di genere, provenienza geografica, etnia - attraversa come un fil rouge le sette sezioni, creando un percorso particolare che abbraccia gran parte delle opere in programma.

Francesco Marilungo - LOVE SOUVENIR

Nella sezione DANZA, la collaborazione con il Dutch Performing Arts, il programma che sostiene i creativi dei Paesi Bassi, porta a Bologna i lavori di Shailesh Bahoran, talentuoso coreografo, virtuoso dell’hip hop, attivo in Olanda ma nella cui storia si fondono le etnie dell’India e dell’America Latina; di Guilherme Miotto, coreografo brasiliano ma residente nei Paesi Bassi, che con Warriors foot rappresenta il calcio giocato dai ragazzi di strada e lo contamina con la danza; e di Fernando Belfiore, anche lui brasiliano di casa ad Amsterdam, con la sua poetica sul corpo che sperimenta forme e possibilità attraverso l’incontro con diversi elementi.
Faranno parte di questa edizione anche Hope Hunt & The Ascension into Lazarus, della coreografa e performer irlandese Oona Doherty, che si addentra nella struttura degli stereotipi su mascolinità e moralità nella working class irlandese; I love my sister, del coreografo italiano Enzo Cosimi, ultima tappa della trilogia Ode alla bellezza, nella quale rappresenta il tema della transessualità, con i miti e gli archetipi che essa riunisce.
L’Ambasciata di Francia, attraverso la Fondazione dei Nuovi Mecenati, contribuisce a portare in Italia le opere di Severine Coulon, in particolare il suo immaginifico Filles & Soie, che incrocia la performance, il teatro di figura e le ombre cinesi e spiega la femminilità e il corpo delle donne a un pubblico dai 5 anni in su; e di Thomas Lebrun, che con la sua opera satirica per cinque danzatori Les rois de la piste, prende di mira la necessità di seduzione in una danza popolare.
La danza arriva anche nei luoghi più insoliti, ad esempio il supermercato Coop di via Andrea Costa, dove Mario Coccetti, protagonista a teatro con il suo spettacolo Sin, realizza un’incursione coreografica di tango e improvvisazioni con i performer Rocco Suma e Salvatore Sciancalepore.

Per la sezione TEATRO, va in scena il lavoro caustico e provocatorio di Alessandro Berti, che nel suo Bugie bianche. Capitolo primo: Black Dick si concentra sullo sguardo del maschio bianco sul maschio nero, e in particolare sul suo corpo, chiedendosi quale rapporto ci sia tra l’oppressione storica del bianco sul nero e la percezione di un’oppressione intima, privata, sessuale, che il bianco sente di subire nel confrontarsi con il nero.

Nella sezione CINEMA si annunciano nella sedicesima edizione del festival Somos Tr3s (We are thr3e), dell’argentino Marcelo Briem Stamm, che attraverso il racconto di un triangolo amoroso esplora le relazioni non convenzionali; Tinta Bruta, dei registi brasiliani Marcio Reolon e Filipe Matzenbacher; Bixa Travesty (Tranny Fag) di Claudia Priscilla e Kiko Goifman, documentario su Linn da Quebrada, astro del pop, brasiliana nera e transessuale, che canta contro gli stereotipi machisti e di genere nel Paese con il più alto numero di violenze contro le persone trans.
Vengono dall’Argentina Mujer Nomade, documentario di Martìn Farina sulla vita dell’epistemologa e saggista argentina Esther Díaz e sul suo lavoro filosofico, legato ai parametri della sessualità e del piacere che dominano la cultura patriarcale, e Las Hijas del Fuego, film di Albertina Carri che attraverso la relazione poliamorosa tra tre donne costruisce una denuncia anarchica e spregiudicata della società capitalista e del dominio eterosessuale.
Messo al bando in Kenya, dove è stato prodotto e dove l’omosessualità è fuorilegge, arriva a Bologna Rafiki, il film di Wanuri Kahiu, mentre dalla Cina arriva in prima nazionale Adonis di Scud, uno dei registi più provocatori e scandalosi del cinema asiatico contemporaneo. E ancora: accende i riflettori sul devastante impatto della guerra su famiglie, che sono state divise e cancellate dalle migrazioni forzate, il documentario The last Goldfish dell’australiana Su Goldfish, mentre parla del ritorno in Cile di una giovane transessuale, dopo dieci anni dalla migrazione in Francia, El diablo es magnifico di Nicolas Videla.
Infine, sul grande schermo di Gender Bender Diane a les épaules di Fabien Gorgeart, commedia irriverente che affronta con intelligenza il tema della gestazione per altri. Con Embrasse Moi di Cyprien Vial, fa il suo ingresso la prima commedia romantica lesbica del cinema francese. Infine, dopo la première alla Mostra del Cinema di Venezia, a Gender Bender Zen Sul Ghiaccio Sottile della giovane regista Margherita Ferri, presente in sala a presentare il suo film.
Novità di questa edizione, per la prima volta la sezione Cinema del festival assegnerà un Premio della Giovane Critica per miglior documentario e migliore fiction, in collaborazione con Cinefilia Ritrovata e Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna. Ma anche gli spettatori in sala potranno dire la loro, assegnando un voto a ogni film visto: il più votato vincerà il Premio del Pubblico.

JUNO-DAWSON - ph Sophia Spring

Nella sezione INCONTRI del festival, da segnalare le presenze di Garrard Conley, autore di Boy erased – Vite cancellate, straziante memoir su che cosa significhi subire la terapia riparativa, ora diventato un film con Nicole Kidman e Russell Crowe, e di Juno Dawson, persona transgender, giornalista e autrice sia di narrativa che di saggistica, scrive regolarmente su The Guardian, Attitude Magazine, Glamour e collabora con BBC Women’s Hourt, occupandosi di sessualità, identità, letteratura ed educazione, autrice del divertente e dissacrante Questo libro è gay, un percorso dedicato agli e alle adolescenti con cui prendere coscienza degli stereotipi su identità, ruoli e comportamenti legati al genere, all’affettività e alla sessualità.

In programma anche un convegno - Queer visual culture - curato da Fruit Exhibition, con editori internazionali ed esperti di pubblicazioni e di linguaggio visuale queer e di genere.

Sette i LABORATORI di questa edizione, condotti da artisti nazionali e internazionali: A way of Life condotto da Shailesh Bahoran (Paesi Bassi), Am I what I am because I found myself? della compagnia Gruppo Elettrogeno – Orbitateatro, Pleasure body di Giorgia Nardin che celebra i corpi queer, femme, trans, non binari, Progetto S. di Mario Coccetti, Warriors Foot di Guilherme Miotto (Paesi Bassi), Welcome to the Chaos di Oona Doherty (Irlanda), Seeking Unicorns in Bologna di Chiara Bersani, coreografa dal corpo non conforme, che crea a Bologna il primo branco di unicorni, attraverso l’incontro dei corpi, dei respiri e delle voci di creature diverse.

Occhi puntati anche sui PARTY: festa con la Roboterie il duo Faka, vero e proprio movimento culturale sudafricano fondato da Fela Gucci e Desire Marea, che combina forme espressive diverse, dalla musica alla live performance, dalla letteratura alla fotografia, sul tema dell’appartenenza alla comunità queer nera dell’Africa post-coloniale; infine, per la notte di Halloween dalla Spagna la dj La Bambola.
  
Per informazioni:
Il Cassero LGBTI Center: 0039 051 0957221


di Anna Maria Manera

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martedì 16 ottobre 2018

Ottavia Piccolo è Haifa in Occidente Express al Teatro di Locarno 23 e 24 ottobre

Il tandem Ottavia Piccolo – Stefano Massini è ormai un duo consolidato e di sicuro successo. Da anni la Piccolo, che sempre si contraddistingue per la sua straordinaria bravura e professionalità, si è completamente calata nei personaggi che Massini traccia nei suoi testi, che affrontano tematiche di impegno civile. 


L’abbiamo vista un paio di stagioni or sono sempre al Teatro di Locarno, impersonare con toni toccanti la giornalista Anna Politkovskaja e sappiamo che ha vestito anche i panni di una delle operaie di 7 minuti, che si trovano ad affrontare il dramma della perdita del lavoro.

Qualche estate fa poi abbiamo incontrato lei e il suo doppio giovanissimo sul grande schermo in una piazza universitaria di Bologna, dove era allestito un reading dal romanzo Metello di Vasco Pratolini in cui la lettura di Ottavia contemporanea, si alternava alla recitazione di Ottavia del passato insieme all’altrettanto giovane Massimo Ranieri nei panni di Metello. È stato un momento molto emozionante.

Ottavia Piccolo con Stefano Massini
Eccola quindi di nuovo calcare il palco di Locarno il 23 e 24 ottobre per Occidente Express, in cui si confronta con un altro personaggio emblematico, partorito dalla mente di Massini: Haifa. Qui siamo catapultati direttamente nell’attualità, con il tema dell’immigrazione attraverso la microstoria di una donna anziana che dall'Iraq percorre oltre 5000 km con la nipotina di 4 anni, attraverso la rotta dei Balcani fino alle rive del Mar Baltico. Accompagnamento al racconto, un percorso sonoro tracciato dall’Orchestra Multietnica di Arezzo.

Noi del blog losguardoltreilconfine saremo senz’altro presenti dato l'argomento del superamento dei confini e non dubitiamo che questa nuova prova di Ottavia Piccolo non ci lascerà delusi neanche questa volta.

23 e 24 ottobre / Teatro di Locarno
Occident Express
(Haifa è nata per star ferma)
scritto da Stefano Massini
con Ottavia Piccolo e l'Orchestra Multietnica di Arezzo
produzione Teatro Stabile dell'Umbria, Officine della Cultura
durata 1h 30 min. senza intervallo

di Cristina Radi

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Ottavia Piccolo in Occidente Express


mercoledì 10 ottobre 2018

59/59 Paolo Grassi e i suoi numeri al Museo Epper di Ascona fino al 28 ottobre 2018

Definire l'attività di Paolo Grassi, nato a Locarno nel 1959 e grafico titolare di studio dal 1982, significa sondare le sue originali forme espressive, dall'attività di grafico in ambito commerciale a quella di fotografo, designer e visualista.




Nel 2000-2001 progetta e costruisce "Casa Lili", atelier ed abitazione, di cui cura tutte le soluzioni architettoniche e di arredamento funzionali sia all'abitare, sia all'attività professionale. Questa realizzazione segna un momento fondamentale nel suo percorso creativo, rivolto soprattutto al design di oggetti ai confini con l’arte e la fotografia. Minimalismo, rigore nelle forme e originalità nella scelta dei materiali, sono le principali caratteristiche delle sue creazioni.



Dopo importanti sperimentazioni nel campo del design, nel corso del 2007, Paolo Grassi, ha dato alla luce la sua opera infinita dal titolo From "0" to infinity, un opus costituito da tanti singoli interventi sia concreti che astratti, o immateriali, diversissimi fra loro per tipo, ubicazione, localizzazione, contesto, forma e materiale; ad ognuno di questi singoli elementi artistici vengono assegnati numeri progressivi a partire dallo “Zero” (0 ...) iniziale.
Con il passar degli anni From “0” to infinity diventa il progetto pilota dell’attività artistica di Paolo Grassi con esposizioni e realizzazioni di lavori su commissione. Sono circa 250 le opere realizzate dal 2007. Nell’ultimo periodo la scelta si concentra su opere in bronzo, ferro ossidato, alluminio.



59/59, titolo dell’esposizione del Museo Epper di Ascona ed è la breve sequenza di cifre nella quale si ritrova l’anno di nascita di Paolo Grassi e per una coincidenza casuale anche la sua età. Motivi logici seriali, ma anche sentimentali sono all’origine dell’esposizione antologica dell’artista che si diletta con i numeri. 59/59 è un’esposizione globale di cifre che si snoda all’esterno, ma  soprattutto all’interno del Museo Epper. L’incipit è con Maigret, il commissario di Georges Simenon, per un’indagine delle sue idee creative, alla quale su tre pareti fa seguito uno story board “che illustra e scandaglia in modo reale il mio fare arte” dice l’artista. “Le mie opere parlano da sole. Però qualora il loro dire fosse ermetico allora ci sarò io a fare da intermediario!”



È bello essere accolti già in strada, quella davanti al Museo, da sequenze di numeri colorati che snodandosi come un tappeto ti mettono in media res e ti accompagnano nelle sale espositive per farti scoprire la bellezza, il fascino e forse anche il mistero dei numeri, entità aritmetiche onnipresenti nel nostro vivere quotidiano che ci hanno procurato anche qualche grattacapo scolastico.
Incuriosito e deliziato dalle opere in numeri di Paolo Grassi ho rivolto all’artista qualche domanda per saperne di più.
Nella sua vita quotidiana quale importanza hanno i numeri ?
Con i numeri che lo si voglia o meno ci si confronta. È come guidare un'automobile, si va per automatismo. Analizzando ci sono pochi aspetti nella nostra esistenza dove i numeri sono completamente assenti.
Detto questo - per tornare alla sua domanda - il mio è un rapporto assolutamente normale. L'unica diversità è che da quando ho iniziato questo progetto sono più  ricettivo nell'osservare le innumerevoli situazioni numeriche nel quotidiano.

Mi parli della sua “vocazione” per i numeri come espressione artistica.
I numeri sono un linguaggio per comunicare che mi sta permettendo di portare avanti il mio progetto artistico di un'Opera unica infinita ma frammentata, in Elementi e che essendo infiniti mi danno la possibilità di esplorare nel divenire del mio percorso artistico, utilizzando tecniche e materiali differenziati tanto da rendere riconoscibile il mio percorso.
Nelle sue creazioni quale aspetto è più rilevante, quello estetico oppure quello logico ?
Entrambi, direi nella stessa misura. Naturalmente accade che a volte possa prevalere l'aspetto estetico, altre volte quello logico ma mai in modo evidente, a scapito del giusto equilibrio tra le due componenti.



Museo Epper
Via Albarelle 14
6612 Ascona
0041 091 791 19 42 Telefono (museo)
diana.mirolo@bluemail.ch

Aperto: Apr.-giu.: ma-ve 10-12 e 15-18; sa, do 15-18. Lug.-ago.: ma-ve 10-12 e 20-22; sa, do 20-22. Sett.-ott.: come apr. Nov.-mar.: su appuntamento.

di Augusto Orsi






venerdì 5 ottobre 2018

Città della Svizzera di Eleonora Bianda, in esposizione alla Pasticceria Marnin fino al 31 dicembre

Nell’ambito della Sezione giovani di “Marnin Arte” venerdì 5 ottobre alle ore 18, in Piazza S. Antonio, verrà inaugurata l’esposizione “Città della Svizzera” di Eleonora Bianda. Tredici disegni su carta, da Locarno a Zurigo, illustrano la passione per il disegno e la pittura della dottoranda in Scienze dei Materiali al Politecnico di Zurigo. 
Presentano la mostra il Prof Dario Bianchi e Naomi Antognini. 



I disegni di Eleonora Bianda denotano abilità rappresentativa, accuratezza e precisione nei dettagli. 

Eleonora Bianda
La mostra è visitabile tutti i giorni eccetto il martedì dalle 8.00 fino alle 18.30, fino al 31 dicembre.

Piazza Sant'Antonio
6600 Locarno


di Augusto Orsi

Altre iniziative culturali della Pasticceria Marnin: