martedì 30 agosto 2016

..fossimo presi per incantamento: ad Arzo la magia del teatro con Arianna Scommegna

La sera ad Arzo rinfresca, gli abituè lo sanno e si armano di scialli, giacche e mantelli. Eccoci quindi tutti in piazza seduti vicini vicini, così ci scaldiamo, siamo in tanti, in tantissimi, tutti quelli che questa piazza può contenere.

Siamo lì carichi di aspettative e Arianna Scommegna le nostre aspettative non le delude, anzi se è possibile, le fa salire ancora più in alto con Potevo essere io, spettacolo con i testi di Renata Ciaravino.



In questi anni sono usciti diversi libri sulle giovani generazioni nei quartieri delle periferie italiane, Silvia Avallone con il suo Acciaio, Valentina Urbano con Il rumore dei tuoi passi, al centro personaggi epigoni pasoliniani senza speranza.

Anche nel testo della Ciaravino la premessa è la stessa, ambientato nei rombanti anni '80, il futuro di chi vive nei quartieri popolari sembra essere troppo lontano e nebuloso per essere salvifico. Eppure lei una speranza la dà, magari anche solo affidata al caso, il caso ti tocca con incontri ed esperienze che creano la svolta e invece di andare ad ingrossare le file dei disperati, ti salvi e fai della tua vita qualcosa di buono. Sei tu però che devi cogliere questi incontri salvifici e metterli a frutto, non ti salvi da solo, ma solo tu puoi salvarti.

Ecco quindi che mentre la voce narrante devia il suo binario anche solo per imitare una compagna neppure tanto simpatica, Giancarlo Santarelli non si salva neppure quando incontra un maestro di Kick boxing, che a suo modo è un po' filosofo, e neppure quando diventa padre, neppure la paternità lo salva, anzi lo danna ancora di più.



Il testo già di per sé di grande valore, assume una sua dimensione vitale, grazie alla galleria di personaggi che vengono incarnati di volta di volta da Scommegna con grande maestria ed abilità.

Di fronte a noi la magia del teatro che si fa nel momento in cui si fa, che rende reali personaggi inventati o vissuti in altri luoghi, in altri tempi.

Il grande teatro è quello in cui non vedi più l'interprete con il suo vestito a fiori, ti scordi di lei e in pochi istanti diventa la più cool del quartiere, il bulletto, il cantante melodico napoletano, il maestro di kick boxing anche lui con forte accento meridionale: una carrellata di personaggi, che fa di questo spettacolo uno spettacolo corale con voci molto diverse fra loro, eppure tutte magistralmente interpretate da lei, dall'unica lei sulla scena.




E per me questo ha sempre fatto la differenza a teatro.

Buio in sala, un buio così carico di aspettative, pensieri, immagini. Poi dimenticare tutto: tratti somatici, vestiti, uomo, donna, e vedere solo chi tu vuoi che io veda.

Abbattere la durissima prova della noia e fare agli spettatori una sorta di lavaggio del cervello, dimenticare la realtà con il suo peso, e venire con te dove tu mi conduci.

L'arte visiva ha bisogno di colori e forme, il cinema di sovrastrutture, riprese, costumi, scene, montaggio per arrivare lì dove tu mi vuoi portare, il teatro no, il teatro soprattutto quello di narrazione ha bisogno solo di me spettatore e di te grande interprete. Ecco perché amo il teatro sopra ogni altra forma artistica, solo i libri hanno questa dimensione biunivoca fra me e l'immaginazione, dove l'attore e il libro sono il mezzo di trasporto. E solo grandi scrittori o grandi interpreti come Arianna Scommegna possono creare questa dimensione così reale e allo stesso tempo così falsa. Quando lo spettacolo finisce e partono gli applausi, è come se finisse l'incantamento, tu ti risvegli e ti guardi intorno quasi incredula.

Eppure quel solletico allo stomaco, la sensazione di aver vissuto qualcosa di unico, rimane ancora per molto molto tempo.

di Cristina Radi

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Festival di narrazione di Arzo: strepitosi Cada die

Più veloce di un raglio è lo spettacolo della compagnia di Cagliari Cada die, che conoscevo per averli visti in scena tanto tempo fa a Bologna e già allora mi ricordo l'impressione fu buona.

In due ci accolgono in un cortile dal profumo di menta, un fico fa da quinta teatrale, un gatto persiano assiste interessato da un terrazzo.



La storia richiama il cliché tipico delle fiabe popolari, un potente ed un umile a confronto, il re e un "gessaio", una difficile prova da superare pena la morte, una creatura portentosa che rende possibile il superamento della prova, in questo caso un asinello brutto e spelacchiato e naturalmente una principessa da maritare.

Una trama riconoscibile per i bimbi e per i grandi, che viene però raccontata fra tradizione e cultura pop e una dose infinita di ironia.

Veri e propri cantastorie che impiegano a piene mani le tecniche della tradizione orale popolare, Mauro Mou e Silvestro Ziccardi, nel momento in cui la battaglia si fa più intensa utilizzano la narrazione con il cunto alla Mimmo Cuticchio, ma non si prendono mai troppo sul serio e gli inserti sono esilaranti.

La mimica dei due bravissimi attori in scena è affiancata ad una colonna sonora con richiami alla musica più conosciuta o più legata alla Sardegna con l'impiego anche delle luneddas. Si ride si ride molto in questo spettacolo e nella risata il pubblico si affratella e tutto finisce in una cantata comune e tanti tanti applausi.

di Cristina Radi

Festival di narrazione di Arzo 2016


Sabato scorso 28 agosto mi sono concessa una fuga dalla prole e sono stata tutto il pomeriggio e la sera ad Arzo, borgo antico sopra Mendrisio.

Entrare ad Arzo è già evocativo, sembra un borgo del centro Italia, con terrazze e cortili dal sapore antico di panni stesi e profumo di sugo, odore intenso di menta e fichi nelle corti.


In ogni dove aria di festa: piazza, cortili e corti sono animate da spettacoli teatrali prima per bambini, poi anche per adulti. Io vado di corte in corte, seguendo un mio percorso che mi porterà a vedere alcuni spettacoli e a perderne altri, decidere appunto, una scelta sempre difficile che lascia il dubbio di aver fatto per il meglio. È anche questo il bello dei festival, dover esercitare la propria capacità decisionale, solo sulla base del proprio istinto e del sentito dire.


Tra uno spettacolo e l'altro, i folletti musicanti Cainero & Co di Musica Terrae allietano grandi e piccini sulle vie strette e nella piazza, mentre un pupazzone animato che ricorda un po' il cugino Itt della famiglia Addams, spaventa i più piccoli con la sua danza tribale.

Musica Terrae 


di Cristina Radi


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mercoledì 24 agosto 2016

una gita a... Il Maglio di Aranno

Bellissima escursione fra bosco montagna fiume balneabile e conoscenza di antichi mestieri: tutto questo nella passeggiata che porta dal parcheggio di Novaggio, nel Malcantone al Maglio di Aranno in circa un'ora e un po' di cammino piuttosto semplice (noi l'abbiamo fatto con anche un bimbo di 3 anni). Si parcheggia a Novaggio, dove tra l'altro c'è una buonissima gelateria e si prosegue seguendo sempre le indicazioni per il Sentiero delle meraviglie. Portatevi il costume nella bella stagione, perchè arrivati al Maglio, c'è una bellissima laguna con acqua anche bassa dove è possibile fare il bagno. Non c'è una fontana di acqua potabile, si possono comprare al chiosco bibite e acqua.

Il poderoso maglio di Aranno 
Il maglio è un antico e grandissimo martello, usato per lavorare il ferro azionato da una ruota mossa dall'acqua. Su richiesta il custode molto gentile del posto ve lo rimette in funzione. Interessante anche il piccolo museo al piano di sopra


di Cristina Radi

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una gita a... il laghetto Tremorgio

Cosa si fa questo fine settimana?

Domanda ricorrente soprattutto con il bel tempo, che ci fa sentire ancora più in colpa a stare in casa.
Ecco qui una proposta: andare a vedere con i propri occhi il colore blu del Laghetto Tremorgio

Il punto di partenza per salire al Tremorgio è la funivia di Rodi-Fiesso (940 m), frazione del Comune di Prato Leventina, se siete ticinesi avete diritto alla riduzione. La comoda funivia a 8 posti, che in 5 minuti conduce ai 1'840 m del Tremorgio, parte dalla centrale idroelettrica AET. Giunti in cima, in pochi minuti a piedi si raggiungono la capanna Tremorgio e l'omonimo laghetto.


Se decidete di fare questa escursione, è assolutamente consigliabile mangiare alla Capanna Tremorgio, dove hanno una buonissima cucina con prodotti locali. Meglio prenotare perchè specie nei week end è molto frequentata. Buona la polenta con i funghi e le tagliatelle con funghi, buono anche l'osso buco con la polenta.

di Cristina Radi


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Corti incanto / Locarno sabato 17 settembre 2016

Tornano gruppi musicali e vocali ad animare cortili e chiese di Locarno, sabato 17 settembre dalle 14 e per tutto il pomeriggio.

L'iniziativa è molto divertente e interessante da vivere anche con i bambini per la varietà dei luoghi e delle musiche da ascoltare. Si possono così scoprire anche luoghi poco conosciuti o frequentati della città.
Speriamo che quest'anno il tempo ci assista, l'anno scorso siamo dovuti fuggire per uno scroscio improvviso di pioggia, ma è stato bello anche così.

Tutto il programma di quest'anno con l'elenco dei luoghi e dei gruppi

www.cortincanto.ch


di Cristina Radi
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sabato 20 agosto 2016

A Stabio favole in bella mostra dal 4 settembre

Dal 4 settembre al 17 dicembre al Museo della civiltà contadina di Stabio: Apriti sesamo! la magia delle fiabe.

Esposizione per i bambini che ha come protagonisti i personaggi classici delle fiabe più conosciute e anche alcune delle fiabe provenienti dalla tradizione popolare ticinese

aperto martedì, giovedì, sabato e domenica dalle 14 alle 17

www.stabio.ch


di Cristina Radi

Per Zeus: Fulmini e saette!!!

Tuoni e fulmini: il tempo in mostra

Il museo delle saette si trova a Monte San Salvatore in Ticino, dove è possibile scoprire cose interessanti su fulmini e temporali con un'esposizione dal titolo "Sulle tracce dei fulmini"

aperto da mercoledì a domenica ore 10-12 / 13-15



di Cristina Radi