mercoledì 27 marzo 2019

Surrealist Lee Miller, in mostra a Bologna fino al 9 giugno, Palazzo Pallavicini


Preferisco fare una foto, che essere una foto”. Lee Miller

In mostra a Palazzo Pallavicini (Via San Felice, 24 / Bologna) fino al 9 giugno, "Surrealist Lee Miller”, la prima italiana della retrospettiva dedicata ad una delle fotografe più importanti del Novecento.
La mostra è organizzata da Palazzo Pallavicini e curata da ONO arte contemporanea.
La mostra si compone di 101 fotografie che ripercorrono l’intera carriera artistica della fotografa, attraverso quelli che sono i suoi scatti più famosi ed iconici, compresa la sessione realizzata negli appartamenti di Hitler, raramente esposte anche a livello internazionale e mai diffuse a mezzo stampa per l’uso improprio fattone negli anni da gruppi neonazisti.

Picasso, Hotel Vaste Horizon by Lee Miller
© Lee Miller Archives England 2018. All Rights Reserved. www.leemiller.co.uk
Lanciata da Condé Nast, sulla copertina di Vogue nel 1927, Lee Miller fin da subito diventa una delle modelle più apprezzate e richieste dalle riviste di moda. Molti i fotografi che la ritraggono - Edward Steichen, George Hoyningen-Huene o Arnold Genthe - e innumerevoli i servizi fotografici di cui è stata protagonista, fino a quando - all’incirca due anni più tardi - la Miller non decide di passare dall’altra parte dell’obiettivo.
Donna caparbia e intraprendente, rimane colpita profondamente dalle immagini del fotografo più importante dell’epoca, Man Ray, che riesce ad incontrare diventandone modella e musa ispiratrice. Ma, cosa più importante, instaura con lui un duraturo sodalizio artistico e professionale che assieme li porterà a sviluppare la tecnica della solarizzazione.
Amica di Picasso, di Ernst, Cocteau, Mirò e di tutta la cerchia dei surrealisti, Miller in questi anni apre a Parigi il suo primo studio, diventando nota come ritrattista e fotografa di moda, anche se il nucleo più importante di opere in questo periodo è certamente rappresentato dalle immagini surrealiste, molte delle quali erroneamente attribuite a Man Ray.


David E. Scherman by Lee Miller
© Lee Miller Archives England 2018. All Rights Reserved. www.leemiller.co.uk
A questo corpus appartengono le celebri Nude bent forward, Condom e Tanja Ramm under a bell jar, opere presenti in mostra, accanto ad altri celebri scatti che mostrano appieno come il percorso artistico di Lee Miller sia stato, non solo autonomo, ma tecnicamente maturo e concettualmente sofisticato.
Dopo questa prima parentesi formativa, nel 1932 Miller decide di tornare a New York per aprire un nuovo studio fotografico che, nonostante il successo, chiude due anni più tardi quando per seguire il marito - il ricco uomo d'affari egiziano Aziz Eloui Bey - si trasferisce al Cairo.
Intraprende lunghi viaggi nel deserto e fotografa villaggi e rovine, iniziando a confrontarsi con la fotografia di reportage, un genere che Lee Miller porta avanti anche negli anni successivi quando, insieme a Roland Penrose - l'artista surrealista che sarebbe diventato il suo secondo marito - viaggia sia nel sud che nell’est europeo.

Poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1939, lascia l'Egitto per trasferirsi a Londra, ed ignorando gli ordini dall'ambasciata americana di tornare in patria, inizia a lavorare come fotografa freelance per Vogue. Documenta gli incessanti bombardamenti su Londra ma il suo contributo più importante arriverà nel 1944 quando è corrispondente accreditata al seguito delle truppe americane e collaboratrice del fotografo David E. Scherman per le riviste “Life” e “Time”.
Fu lei l’unica fotografa donna a seguire gli alleati durante il D-Day, a documentare le attività al fronte a durante la liberazione. Le sue fotografie ci testimoniano in modo vivido e mai didascalico l'assedio di St. Malo, la Liberazione di Parigi, i combattimenti in Lussemburgo e in Alsazia e, inoltre, la liberazione dei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald. È proprio in questi giorni febbrili che viene fatta la scoperta degli appartamenti di Hitler a Monaco di Baviera ed è qui che scatta quella che probabilmente è la sua fotografia più celebre: l’autoritratto nella vasca da bagno del Führer.


Surgeon and anaesthetist by Lee Miller
© Lee Miller Archives England 2018. All Rights Reserved. www.leemiller.co.uk
Dopo la guerra Lee Miller ha continuato a scattare per Vogue per altri due anni, occupandosi di moda e celebrità, ma lo stress post traumatico riportato in seguito alla permanenza al fronte contribuì al suo lento ritirarsi dalla scena artistica, anche se il suo apporto alle biografie scritte da Penrose su Picasso, Mirò, Man Ray e Tapies fu fondamentale, sia come apparato fotografico che aneddotico.

Self portrait by Lee Miller
© Lee Miller Archives England 2018. All Rights Reserved. www.leemiller.co.uk


Per ulteriori informazioni sull’archivio Lee Miller www.leemiller.co.uk.

DOVE:
Palazzo Pallavicini
Via San Felice, 24 / Bologna
Per informazioni: + 39 3313471504;  info@palazzopallavicini.com




ORARI:
Da giovedì a domenica: 11-20 (ore 19 ultimo ingresso)
Chiuso il lunedì, martedì e mercoledì
Aperture straordinarie:
22 e 25 aprile 11-20 (ore 19 ultimo ingresso)
1 maggio 11-20 (ore 19 ultimo ingresso)
2 giugno 11-20 (ore 19 ultimo ingresso)

Biglietto d'ingresso - Tariffe:
 – Intero: euro 14,00 audioguida utilizzabile esclusivamente tramite App.
– Ridotto: euro 12,00 (dai 6 ai 18 anni non compiuti, over 65 con documento, studenti fino a 26 anni non compiuti con tesserino, militari con tesserino, guide turistiche con tesserino, giornalisti praticanti e pubblicisti con tesserino regolarmente iscritti all’Ordine, accompagnatori diversamente abili in compagnia del disabile, soci ICOM con tesserino)
– Gruppi (minimo 15 persone): euro 10,00 (1 accompagnatore gratuito)
– Scuole: euro 5,00 (2 accompagnatori gratuiti per ogni classe)
– Bologna Welcome e Bologna Card Musei: euro 9,00
– Giovedì Università (con tesserino): euro 9,00
– Gratuito: bambini sotto i 6 anni, disabili con certificato
– Biglietto famiglia con figli dai 6 ai 18 anni non compiuti:
Genitore euro 10,00, minori dai 6 ai 18 anni non compiuti euro 8,00
– Biglietto Open: euro 16,00 | Biglietto con prenotazione senza vincoli di orario e data valido fino a fine mostra

di Cristina Radi

venerdì 22 marzo 2019

Bentornata Primavera, a Locarno si festeggia il 23 marzo


Prima edizione in Città Vecchia a Locarno della "festa di primavera" un momento conviviale che unisce un mercato di produttori e artigiani locali all'intrattenimento folcloristico, quest'anno dedicato ai gruppi in costume tipico delle nostre valli e della regione insubrica. La festa di primavera si terrà sabato 23 marzo dalle ore 10.00 alle ore 16.30.


Alle ore 10.00 in Piazza S.Antonio si aprirà il mercatino di prodotti locali, animato già dalla presenza dei gruppi in costume. Alle 14.00 dopo la presentazione di ogni gruppo sul sagrato della chiesa S.Antonio inizierà il corteo che si snoderà per le vie del centro storico. La manifestazione si chiuderà alle 16.30 con il concerto dei corni delle Alpi sul sagrato della chiesa. Durante la giornata verranno distribuiti dei fiori per festeggiare la bentornata Primavera.

di Augusto Orsi

lunedì 11 marzo 2019

PASCAL MURER ALLA PASTICCERIA MARNIN di LOCARNO, DA VENERDÌ 15 MARZO AL 30 GIUGNO CON “SCULTURA-DISEGNO”

L’artista della porta accanto per i 30 anni di Marnin.
Dall’alto del suo piedistallo il barone Giovanni Antonio Marcacci guarda la sua piazza, Piazza Sant’Antonio a Locarno, che con  il passar del tempo è diventato un luogo d’arte. C’è la Pinacoteca, scrigno di mostre d’arti plastiche, accanto l’Atelier di pittura per bambini e quasi vis à vis la rinomata e ormai storica Pasticceria Marnin (in Piazza Sant’Antonio a Locarno), centro d’arte dolciaria. 

Pascal Murer di fronte al suo atelier

Dall’altro lato, meno conosciuto e meno celebre, dal 2001 c’è l’Atelier “VEDO ARTE” del giovane artista PascalMurer di Altdorf (Uri), grigionese di Poschiavo da parte della mamma, ma di formazione e di  orizzonti artistici europei. Giovanni Antonio Marcacci sorride sodisfatto. Non avrebbe mai immaginato che la sua Piazza, in condivisione con il celebre Santo di Padova, avrebbe ospitato istituzioni culturali.

Aqua
Innanzi all’ Atelier “Vedo Arte” sono passato tantissime volte. Avevo guardato le opere in vetrina stilisticamente in bilico tra naturalismo e espressionismo concreto, ma non avevo realizzato che al di là di esse vi fosse un atelier, un posto dove queste opere nascevano “belle de jour et belle de nuit” (come le ha definite poeticamente il suo creatore). Sculture atemporali, ma legate con un doppio filo alla natura,  allo scorrere del tempo, al  “Panta rei os potamòs”, eracliteo. Creazioni mai terminate e costantemente in divenire. E soprattutto non avevo pensato al “demiurgo”, al creatore di queste opere. Pascal Murer, artista multiforme: disegno, pittura, ma soprattutto scultura pervaso d’amore per la natura e desideroso di libertà.

Essences
 Alla Pasticceria in mostra scultura-disegno, un  insieme armonico ed arioso, che permette di respirare l’afflato che anima le creazioni di Pascal Murer, longilineo, dalla capigliatura lunga,  dal volto espressivo, e un tantino enigmatico, con guizzi  di “des gens du voyage”. “Il colore non è essenziale nei miei disegni e dipinti, il segno sì in quanto definisce lo spazio e delimita le forme”. I disegni  possono essere considerati quasi un preludio alle sculture in legno e in bronzo. “Le sculture in legno, materiale che mi affascina e che posso modellare, a mio piacimento, sono anche un dovuto omaggio a mio padre scultore tradizionale in legno e  poi il legno è una sostanza essenzialmente naturale che mi fa sentire parte della natura e vivere quasi in simbiosi con il cosmo”.  “I miei bronzi che hanno dell’informale, rugosi, porosi o lisci, hanno risonanze classiche (romane, etrusche) e all’aperto si immedesimano, si fondono nel  paesaggio in particolare quello lacustre”.

Pasticceria Marnin
Piazza Sant'Antonio
Mostra personale di Pascal Murer
vernissage venerdì 15 marzo alle ore 18.00

 di Augusto Orsi



venerdì 8 marzo 2019

OSA! torna a sbocciare, dall'8 marzo al 23 giugno, Amori diversi

Venerdì 8 marzo 2019 festeggiamo insieme la giornata delle donne con l’apertura della primavera di OSA! Organico scena artistica, che si compone della 18° edizione del festival dell’arte al femminile La donna crea, con la direzione artistica di Santuzza Oberholzer, e della 16° edizione della rassegna internazionale Voci audaci, diretto da Oskar Boldre.

la scrittrice Elvira Dones, incontro Biblioteca cantonale di Locarno 8 marzo ore 18.00

OSA! ospita eventi di teatro, teatro-ragazzi, musica e seminari di canto nei numerosi luoghi culturali del Locarnese toccati dalla manifestazione. Ben 7 dei 15 spettacoli sono ad entrata libera, permettendo così, grazie anche alle nuove collaborazioni, una partecipazione popolare.

La primavera di OSA! inizia l’8 marzo: Amori diversi è il fil rouge della stagione 2019.

Il plurale è d’obbligo perché le vie che sceglie il cuore delle donne sono diverse, le loro scelte sono spesso assolute e il loro amore tanto tenace da cambiare la vita. Spettacoli e incontri in cui si vuole riflettere su come gli oggetti su cui rivolgere il proprio cuore possono essere i più vari, e a volte proprio la mancanza d’amore porta a virare il nostro interesse su scelte vuote e superflue.

Emblematico l’incontro di apertura alla Biblioteca cantonale di Locarno con la scrittrice bilingue albanese-italiano Elvira Dones e con Hana, protagonista del suo libro Vergine giurata, che per amore della libertà rinuncia alla femminilità e all’onore. Hana lascia l’Università per tornare dallo zio malato, nelle montagne dell’Albania: un atto d’amore ma anche un grande sacrificio perché, rifiutando un matrimonio combinato, decide di diventare secondo le leggi del Kanun albanese “una Vergine giurata”, indossando vesti di uomo; ma la rinuncia alla femminilità non può essere per lei definitiva. Nel 2015 è stato girato il film omonimo, diretto da Laura Bispuri e interpretato da Alba Rohrwacher.
www.elviradones.com

TEATRO

L’amore per la casa in cui siamo cresciuti e per le proprie origini, è in scena Al Centro La Torre di Losone il 15 marzo con Santuzza Oberholzer del Teatro dei Fauni che presenta Il tempo delle case, dove si racconta di come le case in cui abitiamo ci modellano, ritornando con la memoria alla Locarno degli anni ’60. Il Quartier Nuovo fatto di viali alberati, botteghe e fabbrichette, è visto attraverso gli occhi di una monella per la quale “modernità” era anche indossare i pantaloni e guardare Zorro alla tv. La narrazione è accompagnata dalla musica dal vivo di Tiziano Tomasetti, che rievoca le sonorità dell’epoca.
www.teatro-fauni.ch


Il tempo delle case, Centro La Torre, Losone 15 marzo ore 20.30
Sempre a partire dalle frequenze dell’amore temi di grande attualità sono affrontati da due attrici italiane dalla forte carica ironica. Il consumismo sfrenato riesce a placare i vuoti d’amore? È la domanda che si fa Antonella Questa in Un sacchetto d’amore, il 12 aprile all’Oratorio di Tenero. Tutto sembra a portata di click, ma spesso si compra per supplire alla mancanza di rapporti autentici. Antonella con il suo sarcasmo tagliente, è un gradito ritorno per il pubblico di OSA!
www.antonellaquesta.it


Un sacchetto amore di e con Antonella Questa, Tenero Oratorio 12 aprile ore 20.30

Barbara Moselli in Le donne baciano meglio il 26 aprile alla Cambusateatro di Locarno, racconta la scoperta della sua diversità a 33 anni e il suo percorso verso l’accettazione di sé. Un monologo comico, dove il palco è un grande camerino, e il racconto personale si affianca alla tematica dell’omosessualità femminile, dell’innamoramento e del cambiamento.
compagnianim.wixsite.com

L’amore per il creato con la sua grandezza e la sua semplicità è al centro del rito sonoro che ha come protagonista una signora del teatro italiano e poetessa affermata, Mariangela Gualtieri con la guida di Cesare Ronconi, della storica compagnia italiana di ricerca Teatro Valdoca. Al GranRex di Locarno il 31 marzo Bello Mondo, rito sonoro e partitura ritmica con versi tratti da Le giovani parole (Einaudi, 2015): un lungo ringraziamento al bello mondo con la sua percepibile meraviglia. A seguire il film Gli indocili di Ana Shametaj, ritratto di dodici giovani attori della Compagnia, appuntamento nell’ambito del festival L’immagine e la parola.

Tra le vocazioni di Osa! c’è anche l’attenzione verso i giovani artisti, in questo ambito il collettivo Quelle debutta il 14 giugno a Cambusateatro con Veridico, di Giorgia Marzetti. Uno spettacolo con teatro e musica ispirato alla cantastorie siciliana Rosa Balistreri, la voce della Sicilia di un tempo. Il gruppo Quelle è stato fondato proprio per la creazione di un primo studio, che ha ricevuto la “Menzione Speciale” del Premio Giovani Realtà 2018.

Veridico, collettivo Quelle - 14,6


TRE APPUNTAMENTI DEDICATI ALLE FAMIGLIE.
Gli appuntamenti per i più piccoli sono dedicati alle fiabe classiche, messe in scena per la gioia dei bambini con allegria e divertimento.

La compagnia girovaga Nicole &Martin racconta tra acrobazie e canti, le fiabe dei Fratelli Grimm nella sua Tenda Bianca a Losone prima di ripartire in giro per l’Europa. Il 13 marzo va in scena anche per le scuole I musicanti di Brema, quattro scalcagnati animali ritenuti ormai inutili, mettono in fuga i briganti. Mentre il 14 La fanciulla senza mani è una storia d’amore tra due persone che cercandosi, imparano a conoscersi. A seguire per festeggiare i 20 anni della Compagnia un film e aperitivo. nicole-et-martin.ch
Dedicato a Geppetto nella festa del papà, il 19 marzo la compagnia italiana Il cerchio tondo racconta in modo originale di Pinocchio, storia di un burattino, alla Sala Congressi di Muralto. Le avventure della celeberrima marionetta sono presentate in un grande teatrino trasformista, in cui i burattini si uniscono alla tradizione della Commedia dell’Arte. Biglietto ridotto per tutti i papà che accompagnano i loro bimbi e teatro. www.ilcerchiotondo.it

PINOCCHIO, compagnia il cerchio tondo / Sala Congressi, Muralto 19 marzo


TEATRO E MUSICA POPOLARE

Ai racconti e alle canzoni delle nostre terre legati alla natura e agli alberi sono dedicati i due spettacoli corali del Teatro dei Fauni, adatti a tutti e in scena con ogni tempo, che fanno parte del ciclo Antenati con le radici.

Nell’ambito del Festival Camelie di Locarno, il 30 marzo La storia di Tonio il boscaiolo, che vede il mondo con occhi antichi e nel bosco ha perfino incontrato uno strano omuncolo, con Andrea Valdinocci e il musicista Lio Morandi.

Il 7 aprile nel nucleo storico di Contone nel Gambarogno, Mestieri e misteri, un percorso-collage di teatro e musica, in cui si racconta dei mestieri del passato legati agli alberi: dai gelsi coltivati per secoli, ai castagni pane degli avi. La drammaturgia prende spunto dal corpus di racconti, testimonianze.Le musiche e i canti sono curati da Danilo Boggini e Lio Morandi.
www.teatro-fauni.ch

Mestieri e misteri, Teatro dei Fauni, Contone 7 aprile ore 16.00


LE VIE DELLA MUSICA VOCALE CON VOCI AUDACI

Si apre il 22 marzo alla Sala Congressi di Muralto con i suoni delle steppe asiatiche de Les violons barbares, violini, percussioni e tre o meglio quattro voci grazie al canto difonico. Nato dall’incontro di Epi (Mongolia), Dimitar Gougov (Bulgaria) e Fabien Guyot (Francia), il trio porta gli spettatori in paesaggi sonori lontani e selvaggi, appuntamento in collaborazione con Locarno Folk, sostenuto da Coop cultura. violonsbarbares.com

I concerti che seguono sono tutti a La fabbrica di Losone. Il coro polifonico Ancore d’aria è formato da 25 cantanti italiani e svizzeri e diretto da Oskar Boldre. L’11 maggio, viaggiando con grande versatilità dalla world music al prog-rock a cappella, rivisita autori quali B. McFerrin, F.Zappa, Zap Mama e altri, e ricerca nuovi orizzonti percorribili dalla voce. Una parte del concerto è dedicata all’improvvisazione con divertenti “Tell Impro”. www.ancoredaria.com

Alash ensemble è un trio che viene dalla Tuva, regione russa al confine con la Mongolia, in concerto il 20 giugno. Maestri del canto di gola, tecnica per cantare contemporaneamente su più registri, esperti degli strumenti della loro terra, gli Alash hanno creato uno stile unico, fedele alla loro eredità musicale. Hanno pubblicato quattro CD e girato in diversi paesi del mondo, riscuotendo notevole successo. Il 21 giugno Canto in cerchio Circlesongs, un appuntamento per sperimentare il canto corale anche senza preparazione. È un concerto, in cui gli artisti e insegnanti delle master class di canto (vedi seguito), improvvisano guidando i partecipanti in un canto collettivo. Questa tecnica, che si ispira agli usi canori di molti popoli, è stata resa celebre da Bobby McFerrin.
www.alashensemble.com

Alash, foto di Nicole Renee-Losone la fabbrica 20,6 ore 21.00

Dal 20 al 23 giugno si tengono i tradizionali Seminari di canto e improvvisazione vocale, insegnanti rinomati vocalist: Rhiannon dagli USA, Anita Daulne dalla R. D. del Congo / Belgio, Oskar Boldre e Costanza Sansoni dall’Italia, quest’anno anche un corso tenuto dal trio Alash sul canto difonico. Info sui seminari: oskarboldre@tiscali.it; telefono 076 4336838

OSA! Prenotazioni: telefono 076 280 96 90 / e-mail: ticket@organicoscenaartistica.ch

tutto il programma scaricabile da: www.organicoscenaartistica.ch
di Cristina Radi

giovedì 7 marzo 2019

Jackie di Elfriede Jelinek, regia Alan Alpenfelt, debutta al LAC 12 e 13 marzo

Debutta al LAC di Lugano Jackie,  con la regia del giovane artista ticinese, Alan Alpenfelt martedì 12 marzo alle ore 20:30 (in replica mercoledì 13 sempre alle 20:30). Lo spettacolo si concentra sulla figura di Jackie Kennedy, first lady la cui fama è ormai leggenda, donna la cui immagine è un’icona senza tempo, personaggio a cui la letteratura e il cinema hanno reso innumerevoli omaggi.

Jackie, Foto Teca ©LAC Foto Studio Pagi. nella foto Francesca Mazza

Jacqueline – Jackie – Lee Bouvier Kennedy Onassis è la First Lady americana più famosa della storia, icona di una società che rispecchia un mondo televisivo, un mondo in cui l’immagine vale più della realtà. Jackie è il prototipo di una nuova donna, della moglie, della madre e della vedova perfetta, prigioniera del suo elegante completo Chanel macchiato di sangue e materia cerebrale.

il regista Alan Alpenfelt
Jackie sembra non poter più uscire dal suo personaggio, diventando lo specchio di qualcosa che ci appartiene. Noi stessi siamo Jackie. Noi, con la faccia imbellettata e l’abito della festa, con il nostro peso forma e le foto di famiglia. Noi che non conosciamo chi sia davvero Jackie come forse non conosciamo noi stessi. Ed è così che Jackie ci instilla il dubbio che dietro all’immagine e all’iconicità pop, ci sia una cruda verità e che la vera esistenza sia altrove.

Alpenfelt deriva l’ispirazione da Jackie, ultimo testo di una tetralogia che Elfriede Jelinek, autrice austriaca premio Nobel per la Letteratura nel 2004, dedica ai miti femminili e lo fa per indagare i misteri della dialettica tra oppressore e oppresso.

Frutto di un anno di lavoro svolto in forma di master ideato da Carmelo Rifici e promosso da LuganoInScena, Jackie, che si avvale della collaborazione drammaturgica di Francesca Garolla, è un lavoro che vede in scena un cast tutto al femminile composto da quattro attrici e due musiciste. Un lavoro corale in cui Alpenfelt dirige quattro interpreti di età e formazione assai diverse, Caterina Filograno, Francesca Mazza, Anahì Traversi, Carlotta Viscovo che daranno corpo e voce al testo di Elfriede Jelinek.

Un lavoro in cui il tessuto drammaturgico ha permesso di affidare il testo a più voci, che si integrano con l’elemento musicale qui espresso dalle musiche originali eseguite dal vivo dalla pianista austriaca Ingrid Schmoliner e dalla cornista greca Elena Margarit Kakaliagou.

Lo spettacolo è prodotto da LuganoInScena, in coproduzione con V XX ZWEETZ , LAC Lugano Arte e Cultura.

Informazioni e prevendita
Biglietteria LAC
Piazza Bernardino Luini 6
CH–6901 Lugano
+41 (0)58 866 4222
www.luganoinscena.ch
info@luganoinscena.ch
Orari d’apertura
Ma–Do: 10:00–18:00

di Cristina Radi