lunedì 19 giugno 2023

Vedersi di fronte, è il tema del Festival di narrazione di Arzo 2023 (17-20 agosto)

 Da giovedì 17 a domenica 20 agosto il Festival internazionale di narrazione di Arzo presenterà Vedersi di fronte. Un’edizione, la ventitreesima, che intende innescare visioni e riflessioni, in cui il teatro diventa strumento, quanto mai necessario, per vedersi e conoscersi.

Nel corso di quattro ricche giornate, spettacoli e incontri avranno luogo nei borghi di Arzo e Meride, in un festival sempre più in dialogo con il territorio e la sua comunità.

GLI SPOSI compagnia Frosini-Timpano
foto Franco Rabino

Un territorio che, anche quest’anno, sarà occasione di apertura sul mondo e sui mondi, anche quelli in apparenza più lontani. Nel corso dell’edizione uno spazio importante sarà infatti dedicato all’altrove per eccellenza, il carcere, con il progetto Il Teatro, una finestra aperta sul carcere: in scena quattro spettacoli, incontri con il pubblico, l’installazione fotografica Per me si va tra la perduta gente realizzata dalla onlus RI_SCATTI in collaborazione  con  il  PAC  Padiglione  d’Arte  Contemporanea  di  Milano e un laboratorio pratico di teatro partecipato a cura di Mimmo Sorrentino (iscrizioni aperte fino al 15 giugno su festivaldinarrazione.ch).

Ad aprire l’edizione, la sera di giovedì 17 agosto, un lavoro di ricostruzione e impegno civile, lo spettacolo Nell’occhio del labirinto. Apologia di Enzo Tortora, di Chicco Dossi, con Simone Tudda (segnalato al 30° Premio Hystrio alla Vocazione), una produzione Teatro della Cooperativa. Il monologo ripercorre la vicenda di Tortora, rievocando uno dei casi di malagiustizia italiana più clamorosi. «Spesso riteniamo che il XXI secolo sia l’era delle fake news, dello strapotere dei media nel dirigere da una parte o dall’altra l’opinione pubblica. Il caso Tortora è l’esempio lampante di come la manipolazione delle informazioni  affondi  le  sue radici più indietro nel tempo» (Chicco Dossi).

La serata prosegue con Ho sonno di Vittorio Onedei e Giulio Escalona, un lavoro che porta in scena la somiglianza tra il morire e l’addormentarsi. Davanti agli spettatori, la notte, un letto e un uomo sveglio da 36 ore, che continua la sua resistenza al sonno, attraverso racconti e storie.

Il festival continua nei giorni successivi con una programmazione ricca e varia; per il pubblico adulto si segnala l’ospitalità di una delle compagnie italiane più acclamate, la Frosini / Timpano, in scena con due lavori, la romanian tragedy Gli Sposi e il graffiante dialogo Carne.                                  

Anche per gli spettatori più giovani, la proposta si conferma ampia; oltre a  numerosi volti nuovi, ci saranno due importanti ritorni: Simona Gambaro con lo spettacolo Storia d’amore e d’alberi e Giuseppe Semeraro con un canto contro la guerra, Mio nonno e il mulo.

Come ogni anno, non mancheranno musica, spazi di ritrovo e incontri di approfondimento aperti al pubblico. Infine, dopo l’ottimo riscontro della ventiduesima edizione, e per un evento sempre più sostenibile, anche quest’anno è attiva la convenzione che offrirà, con l’acquisto online dei biglietti, la possibilità di raggiungere i paesi di Arzo e Meride gratuitamente, con i mezzi pubblici