martedì 27 agosto 2024

Nel Castello di Canterville tra gotico e faceto, Festival di narrazione di Arzo 2024

Ritorno ad Arzo dopo un anno di pausa, accompagnata per la prima volta dal mio figlio undicenne. La formula anti-caldo di questa edizione del Festival di narrazione è “Interminabile è la notte”; prevede l’inizio degli spettacoli dalle 17.30 fino a tarda notte. Formula senz’altro azzeccata per chi abita nei dintorni, ma per chi come noi arriva dal Sopraceneri, in realtà risulta interminabile tornare a casa a notte fonda. In ogni caso come sempre le proposte valgono il viaggio e Arzo ci dà il benvenuto con i suoi cortili e il suo borgo storico. Freschi di una recente rilettura dei racconti di Oscar Wilde, scegliamo di vedere la trasposizione teatrale del Fantasma di Canterville dell’attrice salentina Angela De Gaetano con la regia di Tonio De Nitto, produzione Factory Compagnia Transadriatica. 

Angela De Gaetano scherza con il pubblico ad inizio spettacolo

La prova di questa straordinaria interprete non ci delude, anzi passiamo tutto il viaggio di ritorno a commentare l’ora di spettacolo. De Gaetano ci ha condotto in mezzo alle tetre brughiere della campagna inglese del diciannovesimo secolo, direttamente dentro il maniero dei Canterville. Gli ingredienti ci sono tutti, l’oscura atmosfera gotica è assicurata: la nebbia, un fantasma dagli onorevoli trascorsi di grande spaventatore, un’antica magione dotata di servitù, memoria storica delle antiche tradizioni familiari. È però un gotico che non riesce a nascondere tutta l’ironia di cui Wilde era capace. Da bravo inglese lo stesso Wilde si diverte a dileggiare la pratica linearità del pensiero americano e lo sguardo scanzonato della famiglia moderna, dove non c’è spazio per anticaglie come un fantasma vecchio di tre secoli. Largo al progresso! 



Il testo è tutto un intarsio di piani sovrastanti uno sull’altro, ma su tutti regna l’occhio disincantato dell’autore. De Gaetano, da brava narratrice, non tradisce il pensiero dell’autore, anzi l’ironica chiave rivelatrice è riproposta sul palco, rendendo i vari personaggi delle caricature definite con gesti scenici e battute, come nella migliore tradizione del teatro orale. L’unica che non risulta una macchietta è la protagonista Virginia, a cui sono affidati anche i momenti di pathos, proprio perché la sola veramente autentica e quindi portatrice anche di sentimenti veri come l’amore più forte della morte. L’adolescenza, solitamente tanto vituperata, qui è invece esaltata proprio per la sua diversità. Virginia, esattamente come il fantasma, è portatrice di un punto di vista altro e si contraddistingue per un modo di ragionare fuori dagli schemi. Solo attraverso uno sguardo nuovo, infatti, si può guardare con pietà e versare lacrime per un uxoricida, condannato per sempre dal suo stesso delitto. Con lei il fantasma può trovare un canale di comunicazione, per addivenire infine all’auspicata morte e alla pace eterna.


Sul palco ci si dimentica che Angela è sola: una giostra di personaggi si alternano e dialogano fra loro. La sua interpretazione, rivelatrice dell’amore per il testo, è potente e coinvolgente; ogni muscolo del suo corpo e soprattutto del suo viso, sembrano contribuire alla creazione della storia. Ne esce uno spettacolo corale, dove ci si spaventa, ci si commuove, ma soprattutto si sorride e si ride, dove tutto è soggetto ad un ribaltamento del senso comune: lo strano segue vie comprensibili e il pensiero codificato è il diverso. Oscar Wilde ne sarebbe certamente soddisfatto.

di Cristina Radi


lunedì 19 giugno 2023

Vedersi di fronte, è il tema del Festival di narrazione di Arzo 2023 (17-20 agosto)

 Da giovedì 17 a domenica 20 agosto il Festival internazionale di narrazione di Arzo presenterà Vedersi di fronte. Un’edizione, la ventitreesima, che intende innescare visioni e riflessioni, in cui il teatro diventa strumento, quanto mai necessario, per vedersi e conoscersi.

Nel corso di quattro ricche giornate, spettacoli e incontri avranno luogo nei borghi di Arzo e Meride, in un festival sempre più in dialogo con il territorio e la sua comunità.

GLI SPOSI compagnia Frosini-Timpano
foto Franco Rabino

Un territorio che, anche quest’anno, sarà occasione di apertura sul mondo e sui mondi, anche quelli in apparenza più lontani. Nel corso dell’edizione uno spazio importante sarà infatti dedicato all’altrove per eccellenza, il carcere, con il progetto Il Teatro, una finestra aperta sul carcere: in scena quattro spettacoli, incontri con il pubblico, l’installazione fotografica Per me si va tra la perduta gente realizzata dalla onlus RI_SCATTI in collaborazione  con  il  PAC  Padiglione  d’Arte  Contemporanea  di  Milano e un laboratorio pratico di teatro partecipato a cura di Mimmo Sorrentino (iscrizioni aperte fino al 15 giugno su festivaldinarrazione.ch).

Ad aprire l’edizione, la sera di giovedì 17 agosto, un lavoro di ricostruzione e impegno civile, lo spettacolo Nell’occhio del labirinto. Apologia di Enzo Tortora, di Chicco Dossi, con Simone Tudda (segnalato al 30° Premio Hystrio alla Vocazione), una produzione Teatro della Cooperativa. Il monologo ripercorre la vicenda di Tortora, rievocando uno dei casi di malagiustizia italiana più clamorosi. «Spesso riteniamo che il XXI secolo sia l’era delle fake news, dello strapotere dei media nel dirigere da una parte o dall’altra l’opinione pubblica. Il caso Tortora è l’esempio lampante di come la manipolazione delle informazioni  affondi  le  sue radici più indietro nel tempo» (Chicco Dossi).

La serata prosegue con Ho sonno di Vittorio Onedei e Giulio Escalona, un lavoro che porta in scena la somiglianza tra il morire e l’addormentarsi. Davanti agli spettatori, la notte, un letto e un uomo sveglio da 36 ore, che continua la sua resistenza al sonno, attraverso racconti e storie.

Il festival continua nei giorni successivi con una programmazione ricca e varia; per il pubblico adulto si segnala l’ospitalità di una delle compagnie italiane più acclamate, la Frosini / Timpano, in scena con due lavori, la romanian tragedy Gli Sposi e il graffiante dialogo Carne.                                  

Anche per gli spettatori più giovani, la proposta si conferma ampia; oltre a  numerosi volti nuovi, ci saranno due importanti ritorni: Simona Gambaro con lo spettacolo Storia d’amore e d’alberi e Giuseppe Semeraro con un canto contro la guerra, Mio nonno e il mulo.

Come ogni anno, non mancheranno musica, spazi di ritrovo e incontri di approfondimento aperti al pubblico. Infine, dopo l’ottimo riscontro della ventiduesima edizione, e per un evento sempre più sostenibile, anche quest’anno è attiva la convenzione che offrirà, con l’acquisto online dei biglietti, la possibilità di raggiungere i paesi di Arzo e Meride gratuitamente, con i mezzi pubblici

venerdì 2 settembre 2022

Concerti gratuiti fra i boschi di Arcegno, 10 settembre

Nelle verdi colline del Locarnese un percorso di concerti e spettacoli gratuiti, con la Camminata musicale di Arcegno sabato 10 settembre a Losone.

 

Bosco di Arcegno, Collina di Maia

Una natura incontaminata avvolge Arcegno, pittoresco nucleo medievale tra le dolci colline del Locarnese, a pochi passi dal Monte Verità. Tra i boschi e i vicoli acciottolati il Comune di Losone propone la tradizionale Camminata musicale di Arcegno, un percorso di concerti e spettacoli gratuiti.

Sabato 10 settembre 2022 il percorso prenderà avvio al Prato delle Streghe (Via Enrico Pestalozzi, Arcegno). Dalle 13:30 alle 15:00 ogni 30 minuti sarà organizzato un nuovo giro. Gli spettacoli saranno riproposti all'arrivo di ogni gruppo. Per raggiungere il punto d’inizio è possibile usufruire anche di due navette gratuite che partono dal posteggio delle Scuole medie di Losone.

 Dal Prato delle Streghe il pubblico raggiungerà la Grotta dei Pagani, una caverna di epoca preistorica, dove si esibirà con musica latino-americana il Trio Moreno. Si scenderà, quindi, attraverso la riserva forestale del Bosco di Maia, dove nella radura della Scuola nel Bosco si verrà accolti dal gruppo ticinese Tirabüscion. L’arpa di Elena e la voce e flauto di Clarissa delle Flhar Sisters faranno echeggiare melodie celtiche nell’Anfiteatro dei boschi. Quindi, prima di essere intrattenuti dalla musica e dal gioco interattivo del duo Indiano Volante nella piazzetta medievale di Arcegno, ci sarà un piccolo rinfresco. Infine, la passeggiata terminerà nella trecentesca Chiesa di Sant’Antonio Abate, dove si esibirà la NINFEA BLUES BAND, un gruppo composta da persone con disabilità ed educatori. A partire dalle 16:30 fino alle 19:00 saranno disponibili le navette per tornare alle scuole.

Per ragioni organizzative è necessario annunciarsi entro giovedì 8 settembre scrivendo a comunicazione@losone.ch e indicando: nome, luogo di partenza (scuole o Arcegno), numero di partecipanti (eventualmente anche telefonando allo 091 785 76 29).

di Cristina Radi 

martedì 23 agosto 2022

Cosa ho visto al Festival di narrazione di Arzo 2022

Parcheggio la macchina ad Arzo e mi faccio mezz’ora di cammino sotto il sole, salendo sulla collina verso Meride. Alle porte del paese mi accodo a gruppi di spettatori, poi però mi accorgo che ahimè andiamo a spettacoli diversi. Dovevo dar ragione al mio Maps: gira a destra, gira a destra e tu sei andata dritta, te l’avevo detto!!

Finalmente arrivo sudata e un po’ innervosita nel luogo giusto e mi spiaggio sulla panca in un bel cortile interno con pergolato di vite, stracolmo di bambini e genitori. 

Uffa! pillole di noia contro la follia del tempo 
compagnia Piccolo Canto con Francesca Cecala, Miriam Gotti, Ilaria Pezzera.

Poi la magia del teatro si rinnova: si palesano 3 fatille-dis-fate in missione, per aiutare i bambini della Terra, nei loro piccoli e grandi problemi. Di missione in missione, assistiamo alle pozioni pasticciate delle tre pasticcione. La vera magia però è che queste tre ci tengono tutti in pugno, grandi e piccini, alternando trovate divertenti, a canti a cappella anche tratti dalla tradizione popolare. E mentre cantano, percuotono i semplici oggetti di scena che diventano strumenti, e si accompagnano anche con un grande tamburello o con un gong che vibra fortissimo. Anche la parola è musica, spesso ricorre la rima e il pensiero va subito alle gioiose filastrocche di Rodari.

Le missioni sono strampalate o anche serie. Le fatille si rivolgono ai bambini, ma anche ai genitori, mostrando il povero Andrea che chiede aiuto, perché non ha mai tempo per giocare, dovendo frequentare mille corsi. Eccole quindi alle prese con una delle loro pozioni e con l’intruglio lanciano un messaggio: la noia è madre di creature immaginifiche e dei giochi più fantasiosi, genitori e bambini non abbiatene paura! Dopo un’ora di canti e trovate, sei dentro al loro mondo e vorresti continuare ad annoiarti ancora un po'.

Uffa! pillole di noia contro la follia del tempo 

Compagnia Piccolo Canto con Francesca Cecala, Miriam Gotti, Ilaria Pezzera.


FB: Compagnia Piccolo Canto

Siede la terra Compagnia Maniaci D’Amore

Siede la terra Compagnia Maniaci D’Amore con Francesco d'Amore e Luciana Maniaci

Uno spettacolo talmente reale da essere assurdo, che ruota attorno al tema della maldicenza come meccanismo ufficiale, per regolare le glorie e le disgrazie altrui. Il paese è la comunità globale, dove la diversità è un male già di per sé e quindi da annientare con la consolidata macchina del fango. In scena la madre, pettegola capo del paese, e la figlia, l’altra faccia della medaglia; entrambe rappresentano i fatti: l'una si limita a riportarli, mentre l’altra li trasforma manipolandoli. Tutto nasce da un pretesto, una scritta volgare su un muro, da qui piano piano emergono i meccanismi occulti che regolano l’influenza dell’opinione pubblica, gli stessi che appartengono a tutte le community. Esilarante con toni alla Franca Valeri ma al contempo agghiacciante, l’interpretazione della madre, che trae spunto da certe conduzioni televisive di trasmissioni di gossip, che ostentano glamour e superiorità. Solo fuggendo fisicamente dall’occhio vigile della pettegola, ci si sottrae alla macchina del fango. E solo i giovani possono farlo, perché in loro non si è ancora radicata la lente distorta della maldicenza, come arma di potere e di distruzione dell’altro. In una scena minimalista gli interpreti, Francesco d'Amore e Luciana Maniaci, sono davvero convincenti, riservandoci sorprese con cambi repentini di personaggio. Si ride molto in questo spettacolo, confrontati con pezzi di verità serviti sul piatto dell’ironia. Un’ironia tagliente e crudele che mi ha ricordato i personaggi della siciliana Emma Dante, nei cui spettacoli come qui, ritroviamo parti inconfessate di noi stessi.

www.maniacidamore.com

di Cristina Radi


Big data B&B: Curino 2.0 al Festival di narrazione

 Possono due ore di macchina per vedere uno spettacolo teatrale, testimoniare l’affezione di un fan? Da molti anni seguo Laura Curino, una tra le maggiori interpreti del teatro di narrazione italiano. Ho letteralmente adorato e visto più volte Olivetti a cui è seguito Adriano, storie della famiglia di Ivrea e pezzi di memoria dell’Italia. Ecco perché, quando ho letto che Curino avrebbe aperto la 22° edizione del Festival di Arzo, ho convinto ad accompagnarmi il marito un po’ reticente.

Big data B&B è uno spettacolo, che con i toni della commedia, affronta un tema attuale, che tocca tutti: dove finiscono i nostri dati? Gli “accetta-accetta-accetta”, che quotidianamente clicchiamo nei nostri pc.
Curino interpreta la proprietaria di un B&B, frequentato da professori ed informatici, e con i toni dell’ironia trasmette forte il senso di inadeguatezza di una parte della società, “informaticamente analfabeta” eppure ormai dipendente.


I dati immateriali prendono vita nell’immaginazione dell’interprete, che li visualizza come banchi di pesci che si muovono in direzioni imprevedibili. Ed avvolto nel mistero sembra essere il meccanismo che regola l’algoritmo, i cui sbagli sono privi di conseguenti responsabilità. L’algoritmo diventa per la signora del B&B un essere magico, divino e come gli dei dell’Olimpo è imprevedibile ed imperscrutabile: Deus est machina, l’algoritmo è la nuova religione.

Sul palco Curino è affiancata da Beatrice Marzorati, la controparte nativa digitale, che naviga senza problemi nel grande mare di Internet, ne conosce i meccanismi, che sfrutta al meglio, ma anche le insidie da cui sa proteggersi. Molto interessante quindi l’interazione fra le generazioni e le due prospettive nei confronti delle nuove tecnologie.

Come sempre Curino riesce a passare con disinvoltura da registri comici a toni più seri, fino a sfiorare anche momenti di pathos. La drammaturgia, scritta da Laura Curino con il contributo dei docenti del META, network del Politecnico di Milano, affronta una tematica carica di sfaccettature complesse, e vuole essere giustamente comprensibile a tutti, con un linguaggio semplice e a volte comico.

Molti e calorosi gli applausi per le due brave interpreti da una sala gremita, per un ottimo esordio del Festival.

Curino parla dello spettacolo:


di Cristina Radi

martedì 9 agosto 2022

Festival internazionale di narrazione di Arzo (18-21 agosto 2022, Arzo-Meride)

Apre la 22° edizione del Festival di narrazione, una delle voci più autorevoli e talentuose del teatro di narrazione italiano, Laura Curino che ha dato voce a tanti personaggi tra cui gli indimenticati Camillo e Adriano Olivetti.

La troviamo ad Arzo il 18 agosto ore 21.30 con Beatrice Marzorati, con il nuovo lavoro BIG DATA B&B.

NB causa maltempo lo spettacolo andrà in scena all’ORATORIO DI BALERNA. 

Il festival si svolgerà dal 18 al 21 agosto nei cortili e spazi di Arzo e Meride. 

BIG DATA B&B, in scena Laura Curino

Lo spettacolo porterà in scena la complessità dello sviluppo scientifico:

«Il progresso tecnologico allevia la fatica. Ogni nuovo passo avanti serve a delegare alla macchina la fatica umana: di lavorare, di muoversi, di tenere pulita la casa. Ma ogni nuova delega di fatica comporta anche una delega della nostra capacità di prendere decisioni, fare scelte, esercitare la nostra responsabilità» (Laura Curino)Lo spettacolo nasce dalla collaborazione dell’artista con un pool di docenti del META network del Politecnico di Milano, che riunisce studiosi per una ricerca sugli effetti delle tecnologie, per scoprirne errori e mancanze.
La riflessione proseguirà venerdì 19 agosto, alle ore 18.30, in un incontro aperto al pubblico, in cui le attrici dialogheranno con Roberta Carpani, studiosa e docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La violenza della ’ndrangheta e l’asprezza della Calabria sono raccontate in Ionica, il lavoro di Alessandro Sesti e Alfonso Russi, in scena venerdì 19 agosto, alle ore 21.30, ad Arzo. Lo spettacolo dà voce e corpo alla storia di Andrea Dominijanni, un testimone di giustizia calabrese che nel 2014 ha deciso di denunciare la ’ndrangheta e che, da allora, vive sotto scorta. Grazie al suo coraggio è stato possibile ricostruire un percorso di 30 anni di attività criminale che ha portato all’arresto e alla condanna di alcuni dei principali esponenti mafiosi dell’area calabrese.
In scena, a dialogare con la voce di Sesti, ci saranno  tre musicisti, che con un clarinetto, un contrabbasso e una chitarra, restituiranno i suoni di una terra sofferente, dilaniata da conflitti insostenibili.
 
Un’altra ferita del presente è quella indagata dalla giovane compagnia Usine Baug, per la prima volta ospite del Festival, con TOPI, a 20 anni dal G8 di Genova (sabato 20 agosto, ore 21.30, Arzo). Il lavoro, attraverso l’unione di ricostruzione storica e invenzione scenica, racconta il G8 di Genova e prova a restituire la complessità di uno degli eventi più tragici della storia italiana recente.
La compagnia, domenica 21 agosto, alle ore 16.00, dialogherà con la sociologa e parlamentare MPS Angelica Lepori e l’avvocato e Presidente del Festival, Marco Mona, in un incontro aperto al pubblico.
 
programma completo su

www.festivaldinarrazione.ch


venerdì 10 giugno 2022

AMURI del progetto I Fiori Blu (Bologna 13-14 giugno 22)

 Amuri è il nuovo spettacolo della sesta edizione del progetto I Fiori Blu di Gruppo Elettrogeno, all’Arena Orfeonica di Bologna (via Broccaindosso 50), lunedì 13 e martedì 14 giugno 2022 (ore 21.15).

Liberamente ispirato al Simposio di Platone e ai Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini, Amuri è in dialetto siciliano per evocare con più forza la pluralità delle forme amorose, il caleidoscopico scenario del desiderio, il profondo radicamento delle credenze all’interno di una cultura e il bisogno di costruire nuovi orizzonti condivisi. 

Il progetto I Fiori Blu: musicateatro è un percorso interdisciplinare di formazione musicale e teatrale, rivolto a persone che eseguono o hanno concluso da tempo una Misura Alternativa alla Detenzione o alla pena, a operatori dell’ambito socio-educativo, loro familiari e amici, a persone con disabilità, studenti, musicisti, performer e a persone interessate. Il progetto è nato nel 2012 dalla collaborazione tra Gruppo Elettrogeno, l’Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna di Bologna – Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità (Ministero della Giustizia), e altri Enti e Istituzioni pubbliche e private.

Dopo tanti mesi di lavoro, attraverso un laboratorio teatrale e uno musicale, la comunità artistica de I Fiori Blu, che grazie al lavoro assiduo dei partecipanti si può considerare una vera e propria compagnia teatrale, approda ad Amuri, una produzione artistica a tutti gli effetti con la partecipazione di un nutrito numero di attori e attrici, in scena insieme ai partecipanti al laboratorio musicale, vari musicisti e con il Coro Euridice di Bologna.

Gli interpreti de I Fiori Blu portano in scena un corpo polifonico dissonante e armonico allo stesso tempo, per rivelare tensioni e visioni amorose in dialogo con le opere di Platone e Pasolini: prendono spazio l’amore che ha dato molto, il desiderio segreto, l’amore abbagliante e le gelide disillusioni, l’amore maledetto e quello mancato, l’amore sessualmente ben orientato così come quello risolutamente affermato da identità di genere non binarie. I corpi in Amuri hanno un ruolo fondamentale, con le loro differenze, ma soprattutto la loro poetica, corpi che possono raccontare quello che a volte le parole non sono in grado di fare.



Così lo spettacolo nelle parole della regista Martina Palmieri: Uno degli obiettivi principali del lavoro che proponiamo è quello di esplorare e valorizzare l’identità artistica delle persone che partecipano ai nostri progetti. La peculiarità del teatro che pratichiamo è quella di fare riferimento a una comunità di individui, che partecipano attivamente a una narrazione condivisa, i cui attori sono “costruttori di ponti”. Le narrazioni a cui danno corpo e voce i partecipanti sono pulsanti, inaspettate, spiazzanti, capaci di mettere in luce le proprie istanze, senza interferenze, e spesso per questo sono disarmanti e portatrici di una precisa qualità artistica. La disabilità, la vulnerabilità, nello spazio scenico, nella vita generata dall’azione teatrale, assumono un nuovo significato, che contribuisce a ridisegnare una differente e più illuminata visione artistica e politica delle differenze.


Gruppo Elettrogeno. Sin dalla sua fondazione l’associazione si occupa della diffusione dell’arte teatrale attraverso la realizzazione di progetti di formazione, la produzione di spettacoli e manifestazioni come festival e rassegne. Gruppo Elettrogeno realizza, inoltre, in collaborazione con Associazioni, Enti e Istituzioni, progetti artistici e azioni di sensibilizzazione su diversi temi sociali, rivolti a persone con disabilità sensoriale, intellettiva, fisica e con disturbi dello spettro autistico, performer, musicisti, operatori dei vari enti e servizi in ambito educativo e sociale, persone che accedono alle Misure Alternative alla Detenzione o alla pena e, in genere, a persone interessate a tali attività. 

Biglietti in vendita su https://www.vivaticket.com/it/biglietto/amuri/181803 e in tutti i punti vendita indicati sul sito. Ingresso 10 euro

 

info@gruppoelettrogeno.org - www.gruppoelettrogeno.org

facebook.com/gruppoelettrogeno.teatro

 

martedì 17 maggio 2022

Malina Suliman: una mostra dalla parte delle donne

La brezza nuova, che spira a Casa Rusca, ha portato un’altra bella novità. Dopo l’intensa mostra visitabile fino al 17 luglio di Gabriela Spector, Abbracci e abbandoni, sarà ospitata fino al 15 agosto, l’esposizione della street artist afgana Malina Suliman (Kandahar 1990), che come Spector fa una profonda riflessione sul corpo attraverso l’arte. La mostra è curata da Rodolfo Huber e Alessia Bottaro.

Dreams - Installazione con spezie
Museo Casa Rusca 2022


In particolare Suliman, vera e propria artista politica, usa la sua attività come grimaldello per provocare e far riflettere intorno alle tematiche del corpo delle donne e in generale della condizione della donna nel suo paese. Discriminazione di genere che in maniera più strisciante è comunque presente anche in molti Paesi occidentali, Svizzera compresa. 

Ritratto di Malina Suliman, 2022
© Museo Casa Rusca. Foto Cosimo Filippini

Come Spector, anche Suliman si occupa pure dei temi della migrazione e della condizione del migrante, che si trova sicuro in Occidente, ma con la mente ancora nel suo paese e con un senso di colpa, tipico del sopravvissuto che è stato costretto a lasciare affetti e amicizie. C’è una profonda riflessione sull’identità della persona: cosa rimane della propria identità quando si è costretti a trasferirsi in un luogo completamente diverso dal proprio, senza più quei riferimenti culturali e tradizionali in cui si è cresciuti? Lei stessa è dovuta fuggire dal suo paese, perché dopo gli studi d’arte in Pakistan era stata reclusa in casa dalla famiglia, contraria alle sue idee troppo progressiste. Si è quindi rifugiata nei Paesi Basi, dove ha portato avanti gli studi d’arte.

Beyond the Veil. Burqa dipinto a mano, s.d.
© Museo Casa Rusca. Foto Cosimo Filippini


Il composito lavoro in mostra a Casa Rusca si articola fra murales, creati ad hoc per lo spazio, installazioni video e audio, interazioni con il pubblico che si deve mettere in gioco, se vuole veramente accogliere l'invito di Malina.

Un grande murales si dipana in diverse sequenze come una graphic novel: all’inizio donne albero crescono rigogliose, ma le loro radici sono tagliate da uomini neri tutti uguali come automi. Vediamo poi i loro corpi a due dimensioni inerti stesi su fili come panni, perdono profondità e possono solo essere passivamente esposti alle intemperie. 

Ispirazione dalla street art. Museo Casa Rusca, 2022

Infine nell’ultima sequenza sotto burqa oscuranti ci sono solo scheletri di morte. Lo scheletro come emblema della condizione della donna, ritorna in diverse opere.

Dreams. L’artista al lavoro a Casa Rusca, 2022 Installazione con spezie
© Museo Casa Rusca. Foto Cosimo Filippini

Di grande impatto visivo un mosaico policromo grande come una stanza, interamente realizzato con spezie. Spezie che in Afghanistan gli uomini commerciano, ma le donne usano abitualmente.

Da segnalare infine anche alcune opere realizzate con le stoffe, simbolo di una condizione, eppure cambiandone l’uso si perde la simbologia. Sono le stesse donne che tessono i loro burqa, impiegando tempo e fatica, finendo per costruirsi la loro stessa gabbia. 

Turban as Symbol of Male Supremacy. Veduta Museo Casa Rusca, 2022


Nella mostra di Suliman le stoffe dei burqa diventano, stendardi appesi con iscrizioni grafiche, mentre la stoffa del turbante, simbolo del potere maschile è posto di fronte ad un audience femminile rappresentata da indumenti di lingerie, realizzati con la stessa stoffa. Come a dichiarare: siamo della stessa stoffa, la stoffa del genere umano.

Malina Suliman
Piazza Sant’Antonio, 
6600 Locarno

fino al 15 agosto 2022
Martedì - Domenica 10.00-12.00 / 14.00-17.00 
Lunedì chiuso


di Cristina Radi

martedì 10 maggio 2022

Fantasie barocche per il concerto primaverile di Arcegno

Dopo due anni di pausa il Comune di Losone torna a celebrare la primavera con il tradizionale concerto nella Chiesa di Sant'Antonio Abate ai margini del nucleo medievale di Arcegno tra le boscose colline del Locarnese.



Domenica 15 maggio 2022 dalle ore 17:00 nella trecentesca navata si esibirà il complesso “Barocco Fantastico” con le musiche di Dario Castello, Andrea Falconieri, Tarquinio Merula, Giovanni Martino Cesare, Jean-Joseph Mouret, Domenico Scarlatti e Giuseppe Sammartini. 

Il gruppo è composto da Sara Osenda con organo e clavicembalo e dai due flauti dolci di Eva e Lorenzo Lio. 

Il concerto è proposto gratuitamente dal Comune di Losone in collaborazione con la Parrocchia di Arcegno.

Per info: Tel. +41 91 785 76 00 - info@losone.ch


giovedì 28 aprile 2022

L'essere umano come work in progress in Abbracci e abbandoni, l'intensa mostra di Gabriela Spector (Casa Rusca Locarno, fino al 17 luglio 22)

Corpi profondamente materici in primo piano, nell’intensa mostra della scultrice Gabriela Spector, argentina di nascita ma ticinese di adozione. Al centro l’essere umano primigenio con il suo corpo nudo a volte ancora in abbozzo come work in progress, simbolo della vita stessa sempre in fieri. Corpi come calchi pompeiani, istantanee di momenti di vita da soli, in coppia, in gruppo.

Ritrovarci, Gabriela Spector

La mostra Abbracci e abbandoni allestita al Museo Casa Rusca di Locarno fino al 17 luglio 2022 con la curatela di Alessia Bottaro, si inserisce nel ciclo delle esposizioni dedicate agli artisti del territorio ticinese che occupano lo spazio della Sinopia, e per questa occasione anche del giardino. In particolare con Spector si vuole potenziare l’attenzione al lavoro, spesso trascurato e sottovalutato, delle artiste donne. In mostra 30 opere tra sculture di grande e piccolo formato, disegni e dipinti creati tra il 1997 e il 2021, che vogliono essere anche una celebrazione dei suoi 30 anni in Europa e di carriera. Un modo per rivedere tutte insieme alcune tappe fondamentali della sua attività artistica. Spector è un’artista profondamente attenta alla materia e alla sua lavorazione, solo così dice si può anticipare l’esito finale. 

Tango, Gabriela Spector


I bronzi sono il risultato anche della sua costante presenza in fonderia di cui conosce i procedimenti, avendo lavorato alla Fonderia Artistica Battaglia di Milano e abitando in Ticino molto vicina ad un’officina nel Mendrisiotto. In generale il suo è un lavoro profondamente concatenato alla materia, oltre il bronzo troviamo in mostra anche opere in gesso e terracotta. In Abbracci e abbandoni si vogliono racchiudere due importanti tematiche: i contatti negati dalla pandemia – i corpi in gruppo sono sempre in contatto – e il tema delle migrazioni, che Spector ha affrontato soprattutto nella rielaborazione pittorica di cartine geografiche scolastiche di grande formato. Lavoro che ha avuto origine dalla ricerca sulle radici familiari.
Europa, Gabriela Spector

Ma andando oltre, attraverso le sue opere l’artista vuole anche trasmettere l’idea che la vita non è solo una collana fatta di amori appagati e gioie condivise, ma anche di errori, dubbi, cedimenti e ogni perla ha il suo valore. In ogni opera c’è quindi una storia, un racconto, che è il racconto della vita stessa che si dipana attraverso il corpo. Come per la crocefissione al femminile, Figura blu, nudo bronzeo dalle sfumature blu, opera creata dal vero con un calco in gesso, che ci accoglie all’entrata della Sinopia. 

Figura blu, Gabriela Spector

E il simbolo della croce torna anche nella toccante opera in gesso dal titolo Il tuo ricordo. La mia croce. Ancora abbandoni anche nella statuetta Ti porterò nel silenzio con figure umane, ma con anche spazi vuoti a simboleggiare l'assenza, in ricordo dei Desaparecidos argentini.

Il tuo ricordo. La mia croce, Gabriela Spector

La mostra è corredata di audioguide in italiano e questa volta anche di 2 quaderni didattici curati da Giada Muto, uno rivolto alle elementari e l’altro alle scuole medie e superiori, in cui si racconta di come si crea una statua con fusione del bronzo e del lavoro stesso di Spector anche attraverso il making of dei procedimenti. Su richiesta sarà possibile scaricare i quaderni tramite il sito del museo. Nella stessa mostra in una saletta adiacente il giardino, oltre al video troviamo l’interessante documentazione fotografica di grande formato con le fasi di lavorazione di una scultura in bronzo alta 3 metri.

 Sabato 7 maggio 2022 (ore 15.00), Casa Rusca propone una visita guidata alla mostra alla presenza dell'artista. Un'occasione per conoscere le opere esposte negli spazi intimi della Sinopia e nel giardino del Museo, accompagnati dal racconto di chi le ha concepite e realizzate.


Abbracci e abbandoni
Piazza Sant’Antonio, 
6600 Locarno

fino al 17 luglio 2022
Martedì - Domenica 10.00-12.00 / 14.00-17.00 
Lunedì chiuso



di Cristina Radi




giovedì 14 aprile 2022

CRUDO, Festival di danza contemporanea e performing art (Bologna 20-28 aprile 2022)

 Mercoledì 20, per poi proseguire nelle serate del 21, 26, 27 e 28 aprile (ore 21.00), prende il via a Bologna la prima edizione di CRUDO, Festival di danza contemporanea e performing art, a cura di Leggere Strutture Art Factory e ospitato al Teatro Dehon (via Libia 59). Il Festival è dedicato ad artisti emergenti del panorama della danza contemporanea nazionale ed internazionale. Accanto a giovani talenti alle prime esperienze anche i lavori di artisti con un percorso consolidato, creando così un’opportunità di scambio e dialogo tra professionisti affermati, esuberanti creatori e pubblico curioso. Cinque appuntamenti di spettacoli innovativi e sorprendenti ospitati sul palcoscenico del Teatro Dehon, che per il Festival Crudo diventa un vero e proprio centro di sinergia, curiosità e nuove idee sul mondo della danza contemporanea.



Crudo Festival ha il patrocinio del Comune di Bologna ed è in collaborazione con il Teatro Dehon di Bologna.

CRUDO Festival, è una tappa importante del progetto SpazioCrudo, ideato da Leggere Strutture Art Factory e realizzato grazie al contributo per le attività Culturali 2021 del Comune di Bologna. SpazioCrudo è una piattaforma indipendente dedicata alle arti performative e alla danza, un luogo di sperimentazione permanente, uno spazio con una natura libera ed aperta alla condivisione e alla ricerca di giovani artisti, di artisti già affermati e compagnie. I progetti di SpazioCrudo proseguono poi nel corso dell’anno con eventi, rassegne, incontri e approfondimenti. Una continuità fluida e permanente che Leggere Strutture vuole instaurare per creare un ponte tra uno “spazio crudo”, di prove, di creazione e sperimentazione per arrivare poi alla messa in scena su un grande palcoscenico come quello del Teatro Dehon.

Nel programma di Crudo si snodano altri due progetti: Art Factory International (www.artfactory-international.com) e ANFIBIA. (www.anfibiart.com).

Art Factory International è un progetto internazionale di formazione professionale per giovani danzatori, organizzato da Leggere Strutture diretto da Mattia Gandini, ed è anche un luogo di prove (via della Casa Buia 4/A Bologna) che nasce da un ex magazzino, ora ristrutturato per accogliere residenze e debutti in forma anche non completa di spettacoli, che sentono l’esigenza di condividere il proprio lavoro per apportare migliorie e completezza. Propone di accogliere diversi tipi di collaborazioni, cercando di dare un contributo alla scena contemporanea favorendo l’incontro fra gli artisti ed il pubblico. Nell’ultima serata del Festival giovedì 28 aprile il progetto Art Factory International va in scena con una pièce inedita rivisitata della celebre compagnia Ultima Vez Company, realizzata tramite un periodo di residenza dal coreografo e assistente spagnolo Eduardo Torroja con i giovani danzatori del progetto.

Anche Anfibia, programma multidisciplinare ed immersivo per performer e danzatori contemporanei, con la direzione artistica di Carlo Massari, rappresenta una significativa sezione del Festival CRUDO, con la presentazione di inedite performances create e realizzate dai giovani artisti dopo il loro percorso. Il festival ospita (in seconda serata) 13 progetti sviluppati durante il percorso formativo, ideati e realizzati in forma individuale o di gruppo.


Nel ricco programma del festival anche la performance Another with You, ideazioni e interpreti della compagnia Vidavè Crafts con i talentuosi Noemi della Vecchia e Matteo Vignali, una produzione di DANCEHAUSpiù, vincitrice del bando Crudo e non solo, indetto da Leggere Strutture Art Factory (a cui hanno partecipato più di 80 artisti) per la selezione di una creazione originale ed inedita di danza contemporanea e/o performig art. Another with You racconta di come una coppia si trova a fronteggiare una noiosa e straziante ripetitività di eventi, causati dalla loro inesorabile incapacità di comunicare (giovedì 21 aprile, ore 21).

Numerosi anche gli eventi e le performance di grande intensità che vede protagonisti artisti già noti nel mondo della danza contemporanea.

Come il lavoro dal titolo Know it all, di e con il coreografo e danzatore Jos Baker, in una produzione Trodden Dreams. Il protagonista della performance è intrappolato tra il mondo digitale e quello fisico e fatica a ritrovare sé stesso. Jos Baker, considerato uno dei talenti della danza contemporanea è coreografo, danzatore, attore e insegnante, ha collaborato con le compagnie Peeping Tom e i DV8 Physical Theatre, mentre negli ultimi anni si è focalizzato sulla creazione di propri lavori (mercoledì 20 aprile, ore 21).

Di grande impatto la performance Viva la mammamanuale senza istruzioni, di e con la danzatrice e coreografa Gioia Morisco, significativa rappresentante nel panorama della danza contemporanea, una produzione Scenario Pubblico. Un viaggio nel femminile e nei misteri della creazione in forma di assolo. Attraverso il movimento la performer indaga la delicata e al tempo stesso stravolgente avventura del diventare madre. Gioia Morisco, danzatrice freelance, insegnante di danza e coreografa, ha collaborato con svariati artisti tra cui Ismael Ivo, Kenji Takagi, Geyvan McMillen, Tan Temel Istanbul Dance Theatre, Josè Navas Compagnie Flak, Daniel Lèveillé, Inaki Azpillaga, Ryuzo Fukuhara, Jasmeen Godder, Itzik Galili e Manfredi Perego. Danzatrice storica della Compagnia Artemis Danza di Monica Casadei e della CZD di Roberto Zappalà (martedì 26 aprile, ore 21).



L’artista israeliano Yotam Peled è invece il coreografo e interprete di Migrena 2x2 performance solista ibrida e interpretazione astratta e contemporanea della storia del biblico Giona, che esiste in uno spazio surreale fatto di frammenti di memoria, introducendo sospensione e manipolazione di oggetti nel movimento. Yotam Peled, ha lavorato come artista freelance con diversi coreografi europei, tra cui Maura Morales, Yann L'Hereux, Troels Primdahl, Jill Crovisier e Mitia Fedotenko. Tra i suoi lavori la performance solista "Boys Don't Cry" ha ricevuto premi da Awaji Circus Art, Würzburg tanzSpeicher, MASDANZA, Gdansk Dance festival e Corpomobile Rome (mercoledì 27 aprile, ore 21.00).



CRUDO si conclude con il lavoro A Peso Morto del danzatore e coreografo Carlo Massari, che ne è anche l’interprete, una produzione C&C Company. A peso morto rappresenta la pietas contemporanea con una fisicità che alterna lunghi momenti di staticità a improvvisi cedimenti, dinamiche e antidinamiche, distorsioni, disadattamento, sviluppando una profonda indagine sui cambiamenti e le dinamiche sociali. La Compagnia C&C Company, nata dall’incontro artistico tra Carlo Massari e Chiara Taviani, denota fin dagli esordi una vocazione per l’ibridazione tra danza e physical theater con altri codici artistici, e quindi con la parola recitata e cantata, con il cinema, con la musica e con l'arte contemporanea e performativa, perfettamente calzante con l’ecletticità e versatilità dei suoi performer e avvalendosi di preziose collaborazioni con professionisti provenienti da tutta Europa. Tra le numerose produzioni che vantano intense tournée in Italia e all’estero, oltre che prestigiosi riconoscimenti internazionali - tra cui Hiver Oclytes/Les Hivernales, International Choreographic Competition Hannover, Zawirowania Competition, Konzert Theater Berne, Machol Shalem Dance Competition, ACT Festival, Premio Roma Danza, CrashTest-(giovedì 28 aprile, ore 21).

 


Per info: https://www.spaziocrudo.com/

http://www.leggerestrutture.it/artfactory/

 

Biglietto unico: 12,00 euro

Abbonamento per le 5 serate a prezzo intero: 50,00 euro

Biglietti online disponibili sul circuito Vivaticket.

https://www.vivaticket.com/it/biglietto/festival-crudo-leggere-strutture-2022/174421

I biglietti si possono acquistare presso la biglietteria del Teatro Dehon dal lunedì al sabato, ore 15-19, oppure un'ora prima dell'inizio di ogni spettacolo.