giovedì 30 novembre 2017

Vizio di forma, Archivio Zeta si ispira all'opera di Primo Levi (Bologna, Teatro delle Moline / 7-10 dic)

Dal 7 al 10 dicembre 2017 (alle 20.30) Archivio Zeta riprende, al Teatro della Moline, Vizio di forma, spettacolo liberamente ispirato ai racconti fantascientifici e all’opera poetica di Primo Levi.

Vizio di Forma - Archivio Zeta foto di Franco Guardascione


Lo spettacolo è la prima tappa del progetto AREADIBROCÀ, che ha come obiettivo di lavorare sulla relazione tra mente, linguaggio, suono, voce, discorso, pensiero. L’area di Brocà, o area del linguaggio articolato, è una parte dell’emisfero dominante del cervello, il centro cerebrale che presiede alla trasformazione in lingua parlata dei nostri pensieri. Prendendo il nome dal medico e anatomista Paul Pierre Brocà, che fu il primo a descriverla nel 1861, AREADIBROCÀ è un cantiere di ricerca dedicato a Primo Levi che, a trent’anni dalla morte, intende indagarne l’opera anche nelle sue parti meno note.



Abbiamo deciso di lavorare sull’opera più nascosta di Primo Levi, così lo spettacolo nelle parole di Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni, alla ricerca di una sua voce cosmica e poetica, nel tentativo di trovare destinatari e significati per un balbettio radio senza destinatario e senza senso: siamo partiti dallo studio dei racconti di fantascienza scoprendo un mondo ricchissimo di idee, predizioni, premonizioni, immagini, angosce. Poter lavorare su questo magma incandescente permette al nostro teatro di andare a fondo su diverse questioni aperte in altri spettacoli: il ruolo del pubblico come parte attiva della drammaturgia e della scena, l’analisi metafisica del testo, il rapporto dialettico tra immagine e parola. Su una scena popolata di oggetti di cera, pronti a liquefarsi o a essere modellati, e di fil di ferro, come le sculture volatili, che Primo intrecciava con gli scarti di lavorazione, spazzata da rumori di fondo e venti cosmici che recano frammenti di onde sonore frutto del massimo sviluppo della sensibilità musicale occidentale, su questo spazio profondo e sospeso nel disumanesimo cosmico (così originariamente si sarebbe dovuta intitolare la raccolta di questi racconti) non si tenta di vendere merce, ma di procacciare l’affare della vita, dello spazio-tempo, con gli strumenti analogici della parola e dell’immagine. Le parole e le immagini dovrebbero fissarsi come una vernice, uniformi, senza grumi, ingannare e sedurre tutti noi, spettatori soddisfatti e prigionieri non-nati incatenati nella Caverna. Ma qualcosa si inceppa e inizia a emergere una faglia, un vizio di forma, una lacerazione nel nostro tessuto connettivo, che scopriremo essere ordito tragico, connesso proprio al più grande vizio, quel Lager generato dal sonno della ragione.

Arricchiscono il progetto l’ospitalità sul palcoscenico di studiosi e giornalisti, invitati proprio in virtù della loro passione e conoscenza dell’universo letterario e intellettuale di questo grande testimone, ai quali, dopo lo spettacolo, sarà affidato il compito di approfondire e riflettere, porre e ricevere domande, aggiungere conoscenza e pensiero.



Gli ospiti che hanno accettato l’invito sono: Massimo Bucciantini (Esperimento Auschwitz, Einaudi 2011) ospite l’8 dicembre, Domenico Scarpa (Consulente Centro Studi Primo Levi, Album Primo Levi, Einaudi 2017), ospite il 9 dicembre e Francesco Cassata (Fantascienza?, Einaudi 2016), ospite il 10 dicembre.

Il CANTIERE PRIMO LEVI propone anche LA ZONA GRIGIA, un esperimento di memoria attiva da I sommersi e i salvati di Primo Levi, dedicato alle scuole superiori, in collaborazione con la Scuola di Pace di Monte Sole.

posti limitati, prenotazione consigliata

INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI

Teatro delle Moline, Via Moline 1/B, Bologna – www.emiliaromagnateatro.com

La biglietteria al Teatro delle Moline apre mezz’ora prima dell’inizio della rappresentazione.

Prevendita biglietti c/o Arena del Sole, Via Indipendenza 44 Bologna - 0039 051.2910910 - dal martedì al sabato ore 11-14 e 16.30-19. Biglietteria telefonica: 0039 051.656.83.99 dal martedì al sabato ore 10-13.

di Rossella Gibellini


venerdì 24 novembre 2017

Sulle vie dell’illuminazione, come noi vediamo l'India (LAC Lugano, fino al 21 gennaio 2018)

Il LAC propone già da settembre Focus India, un percorso fra le arti e le discipline, che hanno avuto origine nel continente indiano. Si va dalla musica, alla danza, il cinema, la medicina fino allo yoga e alla cucina. Un percorso da Occidente verso Oriente, alla ricerca delle fascinazioni che da secoli ormai riempie l’immaginario occidentale, sempre alla ricerca di un’esistenza più a contatto con la propria profonda spiritualità.

Edwin Lord Weeks - The Last Voyage Souvenir of the Ganges 1885 ca.

Un tragitto al contrario è invece quello da cui si è partiti per mettere insieme l’esposizione Sulle vie dell’illuminazione, 400 opere, che costituiscono il corpus della mostra aperta nelle sale espositive del LAC fino al 21 gennaio 2018. La lente qui è posta sugli occhi degli occidentali, che guardano per esperienza diretta o per sentito dire questo mondo lontano e sempre misterioso, pieno di contraddizioni insanabili ma conviventi da secoli e anche per questo così difficile da comprendere.


GaneshaMusa - opera in ceramica di Luigi Ontani

La mostra comprende opere di arte visiva, scultura e molta fotografia dal 1808 ad oggi. Il 1808 è l’anno in cui venne pubblicato il libro di Fredrich Schlegel Sulla lingua e la sapienza degli indiani, in cui lo scrittore e filosofo tedesco sosteneva che il sanscrito era la lingua madre delle lingue definite appunto successivamente indo-europee. Un libro che segnò l’inizio di un nuovo corso e non solo nella storia delle lingue.
Nella mostra emergono tutti i simboli e per certi versi gli stereotipi del mondo indiano, tutto ciò che è strano e diverso agli occhi di un occidentale. Troviamo perciò magnifiche viste sul Gange con pire e cortei funebri, vacche sacre, principi riccamente abbigliati e folle di poveri, fachiri ed elefanti, divinità dalla testa animale e dalle molte braccia, danze, e personaggi simbolo di quel mondo come Gandhi e Madre Teresa di Calcutta. 

Church Gate Station - foto di Sebastião Salgado

Alcuni artisti hanno giocato con i topoi indiani, reintepretandoli in modo ironico come Luigi Ontani e il suo elefante, altri invece hanno cercato di restituirne immagini più profondamente legate alla realtà del luogo, come le foto di Sebastião Salgado e di Stefania Beretta. Molte sono le opere fotografiche anche di Occidentali, che già ad inizio novecento praticano posizioni yoga o danzano alla maniera indiana, quest’ultima forse più che altro per moda e nella ricerca di un esotismo un po’ fine a se stesso.




Infine da segnalare senz’altro le numerose cover di dischi ispirati al mondo indiano negli anni ‘60/’70 e diverse le immagini dei Beatles nel loro periodo di fascinazione dell’India.

cover di dischi ispirate all'India


di Cristina Radi

per vedere la galleria fotografica della mostra clicca qui 



venerdì 17 novembre 2017

Teatro dei Fauni e ASSI insieme per il Concorso di poesia Antenati con le radici 2018

Fino al 31 gennaio 2018 è possibile partecipare al concorso di poesia Antenati con le radici 2018, dedicato agli Alberi centenari in città e nato dalla collaborazione della compagnia Teatro dei Fauni di Locarno (CH) e dell’Associazione svizzera degli scrittori di lingua italiana (ASSI).

Platani al Debarcadero di Locarno - foto Dona De Carli
Il concorso fa parte di un progetto più ampio di green culture dal titolo Antenati con le radici, ideato nel 2015 dal Teatro dei Fauni, che si propone di incrementare la sensibilità dei cittadini nei confronti del “verde di prossimità”, quello che silenziosamente ci circonda nel nostro quotidiano e che non notiamo più. L’obbiettivo è arrivare a potenziare una coscienza e senso di appartenenza eco green, a partire dal proprio territorio urbano e dai monumentali alberi centenari disseminati nelle città. 

Due volte l’anno in primavera e autunno, Antenati con le radici propone appuntamenti, che si esprimono con il teatro, la musica, la danza e la divulgazione scientifica nelle aree urbane del Canton Ticino (CH), in rete con le associazioni del territorio. Ogni appuntamento è corredato da una cartolina d’arte con una poesia e un’immagine della fotografa ticinese Dona De Carli.

L’evento della prossima primavera, 24 e 25 marzo 2018, renderà omaggio agli alberi del Parco dei Poeti di Ascona e Parco Ciani di Lugano e sarà dedicato alla poesia con il titolo Fruscio di foglie e movimenti poetici. Il Teatro dei Fauni in collaborazione con ASSI, ha voluto farsi promotrice del “Concorso di poesia Antenati con le radici 2018”, che vedrà il suo svolgimento finale proprio durante l’evento di marzo 2018.

Il concorso è gratuito ed aperto a tutti. Per partecipare è necessario presentare una poesia unica in lingua italiana di non più di 14 versi che si ispiri alla tematica degli “Alberi centenari in città”.

Le poesie vanno inviate entro il 31 gennaio 2018 esclusivamente in formato elettronico per email a cristinaradi.osa@gmail.com con i dati dell’autore, luogo e data di nascita, numero di cellulare, recapito postale, indirizzo e-mail e chi desidera una breve biografia.
I testi devono essere inediti e in lingua italiana. 

L'Abete spagnolo di Villa Edera ad Auressio - foto Dona De Carli
Tra le poesie pervenute, una giuria di 3 esperti formata dai poeti Alberto Nessi e Rodolfo Fasani, rappresentante di ASSI e la direttrice artistica del Teatro dei Fauni Santuzza Oberholzer, selezionerà da 3 a 6 testi, dai quali verrà poi decretato il vincitore.

Al vincitore verrà corrisposto un premio in denaro di CHF 500 offerto dall’ASSI (comprensivo dei diritti d’autore per la stampa della cartolina 600 pezzi) e 100 cartoline d’arte stampate con la sua poesia e l’immagine della fotografa Dona De Carli.

I testi selezionati saranno anche stampati, esposti e letti da attori o dall’autore durante l’evento del 24-25 marzo prossimo. Il pubblico presente sarà quindi invitato a votare la propria preferenza.

Il bando integrale è pubblicato nel sito del Teatro dei Fauni: www.teatro-fauni.ch

FB: Teatro dei Fauni

Per info: cristinaradi.osa@gmail.com

di Cristina Radi

lunedì 13 novembre 2017

Castellinaria porta un pezzo di Bologna a Bellinzona (18-25 novembre 2017)

Dal 18 al 25 novembre 2017 all’Espocentro di Bellinzona, e in diversi altri luoghi ritorna Castellinaria, il Festival dedicato al cinema guardato dagli occhi dei più giovani. Il programma è ricco e denso, ma oggi con un po’ di nostalgia per il passato, voglio segnalare l’evento dedicato a Lucio Dalla.




Per chi come me è vissuto a Bologna per molti anni, Dalla era uno di casa, quando lo incontravi in Piazza Maggiore (anzi Piazza Grande) quasi non lo notavi più specie se come me abitavi in centro, era uno fra tanti, che si contraddistingueva a volte per i suoi cappelli. 
La sua scomparsa improvvisa ha lasciato un vuoto in città e la sua casa è diventata quasi una meta di pellegrinaggio per i suoi fans. Per qualche tempo era stata esposta una bella statua nella piazzetta vicino alla sua casa, di lui seduto su una panchina in atteggiamento sorridente e accogliente e ti potevi sedere accanto a lui, ricordandolo. Ora hanno tolto anche quella, chissà perché.


A Bellinzona il 22 novembre in serata verrà presentato il lungometraggio di Riccardo Marchesini Caro Lucio ti scrivo (Italia 2017 – 89’ Genere: Docu-fiction) a lui dedicato, in cui si prende a pretesto il punto di vista della sua postina Egle, un personaggio popolare come lui perché effettivamente lui era così un bolognese tra i bolognesi. La postina Egle entra misteriosamente in possesso di una serie di lettere indirizzate a Lucio. I mittenti sono i protagonisti di alcune delle sue canzoni più belle che hanno deciso di prendere carta e penna per contattarlo. Fiction e documentario diventano una cosa sola per scoprire Lucio Dalla da un punto di vista inedito. Sullo sfondo, Bologna, com’era e com’è. E, ovviamente, le note immortali di Lucio.

Per il programma completo

Bellinzona 30° edizione | 18 – 25 novembre 2017

di Cristina Radi



Chaplin's world             

giovedì 9 novembre 2017

La Fiaba del piccolo cigno di crema

Per il lancio della nuova favola delle edizioni Marnin, domenica 12 novembre alle 14.30 all’Oratorio della Chiesa di S. Antonio di Locarno, andrà in scena Il piccolo cigno di crema, liberamente ispirato al racconto di Federico Martinoni. L’adattamento è di Prisca Mornaghini e Antonello Cecchinato dell’Associazione teatrale Giullari di Gulliver. Le musiche sono tratte dall’opera “Il lago dei cigni” di Pjotr Ilic Ciajkovskij.“Il piccolo cigno di crema” coproduzione Pasticceria Marnin e Collettivo Minimo Giullari di Gulliver dura 30 minuti, è gratuito ed aperto a tutti a partire dai 5 anni.
La fiaba, illustrata da Naomi Antognini, è stata pubblicata dall’edizioni Marnin presso la Tipografia Stazione, Armando Dadò Editore.


Note biografiche di Federico Martinoni
Sono nato nel 1945 e per 40 anni ho fatto il maestro alle scuole elementari. Dal 1990 al 2010 sono stato il responsabile delle ESG (Edizioni svizzere per la gioventù) per la Svizzera italiana. Inventare storie per i bambini mi riempie di gioia.

Prefazione di Franca Antognini
La fiaba del piccolo cigno di crema di Federico Martinoni è la seconda pubblicazione delle edizioni Marnin, volte a promuovere scritti inediti legati al mondo della pasticceria. Il racconto di Federico Martinoni è semplice e diretto e ben si affianca alla filosofia di base della nostra pasticceria, impegnata al mantenimento della tradizione dolciaria nella sua, pur professionale, equilibrata semplicità. La favola è ambientata in un luogo di dolcezza, dove tutto può accadere, luogo dove la normalità di un gesto quotidiano può trasformarsi improvvisamente e magicamente in una favola. È questo l’auspicio che rivolgo al lettore: continuare a sognare, ad utilizzare la fantasia senza confini, perché anch'essa come la bontà e la bellezza... fa bene all'anima.

di Augusto Orsi

venerdì 3 novembre 2017

Paul Klee “La dimensione astratta” alla Fondazione Beyeler, (Riehen) Basilea fino al 21 gennaio 2018.

Nella mostra di Basilea Paul Klee, esalta le arti plastiche con le sue creazioni.
Klee un grande artista del segno e del colore, che nelle sue opere ha rappresentato ed ha interpretato il mondo in cui è vissuto. Oggi, le mostre denominate antologiche tendono ad esporre tutto quello che riguarda l’artista sia nella sfera professionale, sia in quella privata. Quella di Klee non fa eccezione. In questo modo permette al visitatore di conoscere ed apprezzare l’artista e l’uomo nella sua completezza.



Più il mondo diventa scioccante, più l’arte si fa astratta. Per contro un mondo felice fa sviluppare il realismo (Paul Klee)

Per celebrare i suoi 20 anni di esistenza non a caso, la Fondazione Beyeler ha scelto di farlo con Paul Klee, artista che con Picasso è uno degli autori più rappresentati nelle sue collezioni. Ernest Beyeler (1921- 2010) collezionista e fondatore del Museo di Riehen apprezzava la modernità di Klee e amava il suo cromatismo e la sua forza espressiva. Il pittore germanico visse in un mondo inquietante che lo rese infelice. Prima per gli eventi bellici della Prima Guerra Mondiale, durante la quale perse due cari amici, August Mac e Franz Marc, dopo per l’espulsione dall’Accademia d’arte di Düsseldorf, la confisca di un centinaio di opere da parte del regime nazista, la malattia, l’esilio in Svizzera e la morte nel 1940 in un centro di cura a Locarno. La Fondazione Beyeler, mostra in un centinaio di tele la sua grandezza innovativa e la sua creatività nei dipinti astratti. In esposizione non solo tele della Beyeler, ma anche alcune provenienti da 12 nazioni e da svariati collezionisti privati, che fanno conoscere al visitatore la grandezza dell’artista tedesco. 



La sua modernità si legge nei dipinti con superficie a scacchi, dove gli spazi di colore formano strane ma magnifiche scacchiere e strisce orizzontali o nelle tele “puntilliste”, in cui linee e punti conducono l’osservatore in un universo senza fine. Opere luminose, accessibili e positive. Il passaggio di Klee al non figurativo diventa un’evasione. Per lui la pittura astratta non è fine a se stessa o negazione dell’arte, ma un volo verso altri mondi, dove si sentiva libero dalle rovine della guerra e della sua esistenza. Per liberarsi del suo passato aveva bisogno di ali e queste le trovò nella pittura astratta che gli diede la fama.


Di Augusto Orsi



giovedì 26 ottobre 2017

Il Museo Federico II Stupor Mundi, il museo multimediale di Jesi (Regione Marche, Italia)

Se vi trovate in vacanza in Centro Italia sul versante adriatico, mettete in programma senz'altro una gita a Jesi (in provincia di Ancona, nella Regione Marche), cittadina che offre più di una sopresa. 
La sua origine medioevale le ha regalato delle mura belle e ben tenute e le strette viuzze del centro storico si aprono su inusuali viste e scorci, in cui si affacciano diverse piccole osterie, dove gustare le specialità marchigiane e bere del buon "Verdicchio", il vino bianco locale, anche seduti nei tavolini all'aperto, se la stagione lo permette. Le colline circostanti poi, non hanno nulla da invidiare ai colli toscani.
Da qualche mese poi c'è una ragione in più per visitare la città, che ha dato i natali a diversi personaggi storici, tra cui uno dei più noti è l'imperatore Federico II.

Il settecentesco Palazzo Ghislieri, che si affaccia su Piazza Federico II , è la sede del nuovissimo museo a lui dedicato “Federico II Stupor Mundi”.


Su questa stessa piazza il 26 dicembre 1194 Costanza d’Altavilla, sotto una tenda in mezzo al popolo, diede alla luce Federico II Hohenstaufen, futuro Re di Germania e di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero. Il ricordo della città natale rimase vivo nella memoria dell’Imperatore svevo, come mostra la lettera inviata agli abitanti di Jesi nell’agosto 1239, nella quale la descrive come “nobile città della Marca, insigne principio della nostra vita, terra ove la nostra culla assurse a particolare splendore” e la definisce “la nostra Betlemme”. La nascita di Federico II nella città marchigiana, ed i privilegi ad essa concessi dai suoi eredi, è alla base dell’antica definizione di “Jesi Città Regia”.

Federico II di Hohenstaufen non fu solo un grande politico e condottiero, ma anche un personaggio di rara intelligenza, un fine intellettuale e studioso capace di anticipare i tempi. Si circondò di poeti eccelsi, con cui fondò la Scuola Poetica Siciliana, alla base della nascita della letteratura italiana; i suoi interessi per il sapere e la ricerca comprendevano anche i campi della medicina, dell’astronomia e della matematica, fu uomo di potere e di cultura.


L’itinerario del museo, all’interno del settecentesco Palazzo Ghislieri, è pensato a diversi “livelli” per interessare varie fasce di pubblico, dagli allievi delle scuole elementari ed i bambini in genere, a visitatori più informati. Si compone di 16 stanze distribuite su tre piani e si sviluppa come una rappresentazione teatrale medievale, composta di 16 stazioni, ognuna delle quali racconta, con svariati linguaggi, la storia di Federico II, dalla nascita fino al consolidarsi del suo mito: scenografie, video-installazioni e proiezioni di immagini statiche o animate tratte da miniature medievali, touchscreen, olografie, ricostruzioni di oggetti e di costumi.

Federico II fu l'ultimo degli imperatori "universali". Visse un'esistenza certamente straordinaria per le dimensioni del suo impero e dei regni, interagendo, anche duramente, con quattro grandi pontefici. Fu più volte scomunicato e, da ultimo, anche deposto. Ma non desistette dal compito che riteneva gli fosse stato affidato da Dio: quello di guidare gli uomini sulla via della salvezza, senza la mediazione del papa.

Foto Stefano Binci
Il progetto di questo museo così innovativo, è nato dalla volontà dell’imprenditore e presidente della Fondazione Federico II Stupor Mundi, Gennaro Pieralisi, di dedicare al grande Imperatore un luogo che potesse ripercorrerne la vita straordinaria, raccontare le sue imprese sia in politica che in cultura, e diffondere la conoscenza degli edifici, palazzi, castelli e vestigia, ancora conservati in Italia e in Europa. La curatela scientifica è stata affidata a Anna Laura Trombetti Budriesi, docente di Storia medievale all’Università di Bologna. La direzione generale del progetto museale è a cura di William Graziosi, segretario generale della Fondazione Federico II Stupor Mundi.

INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI
Palazzo Ghislieri, Piazza Federico II, 3 – 60035 Jesi (AN)
Tel. 0039 0731 084470 oppure 0039 0731 202944

ORARIO INVERNALE (16 settembre -14 giugno)
GIO-SAB: h 15 - 19
la mattina aperto solo su prenotazione per gruppi e scuole

DOM: h 10-13 e 15-19

ORARIO ESTIVO (15 giugno-15 settembre)

tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19

di Cristina Radi

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venerdì 20 ottobre 2017

Lotta libera per Gender Bender, Bologna 25 ottobre-5 novembre 2017

A Bologna la quindicesima edizione di Gender Bender (25 ottobre-5 novembre 2017), l’attesissimo festival ideato e diretto da Daniele Del Pozzo, dedicato alle rappresentazioni del corpo e delle identità di genere e orientamento sessuale nella cultura e nelle arti contemporanee.



Più di 100 appuntamenti in 12 giorni, in oltre 20 spazi della città, per festeggiare il grande festival prodotto dal Cassero, il centro LGBT bolognese, che da trentacinque anni realizza progetti dedicati alle differenze di orientamento sessuale e identità di genere.

Gender Bender rappresenta uno dei progetti culturali più interessanti in ambito internazionale nel campo della danza, del cinema, delle arti visive e performative, offrendo uno sguardo approfondito e particolare sulle differenze di genere, sulle identità e su come i tessuti sociali se ne fanno carico.
Non solo, la quindicesima edizione coniuga un’ampia offerta di film, incontri e spettacoli con una sezione importante, ormai consolidata, di proposte formative, che trasformano il festival in un’esperienza attiva e coinvolgente, in grado di concretizzare sul territorio e non solo il suo lascito di competenze, idee e innovazione.
Laboratori per il pubblico per accompagnarlo nella visione degli spettacoli, ma anche per trasformarlo da spettatore a protagonista della danza. E poi workshop per adolescenti, insegnanti e danzatori professionisti e non. Per prendere confidenza col proprio corpo e con quello degli altri, ma anche per conoscere corpi non conformi, con diverse abilità ma analoghi desideri.
Protagonista da un lato il corpo, come soggetto politico, strumento di potere e di possibilità, spazio di libertà o gabbia sociale, dogma rigoroso, custode di tradizioni, pioniere di modernità. Dall’altro lato l’identità, come costruzione sociale, campo da esplorare, abbattendo i pregiudizi e attraversando esperienze e biografie.

Anche quest’anno, un numero significativo di prime nazionali ed europee.

Tra i numerosi titoli che compongono la SEZIONE DANZA del programma, spiccano i virtuosismi ironici e inaspettati dei corpi di Silvia Gribaudi, le esplorazioni sensoriali di Igor & Moreno, le ricerche sul femminile di Andreas Constantinou, i rimandi alla lotta greco-romana di Carlos Pons Guerra, la genialità indomita di Liz Aggiss, ultrasessantenne performer britannica, icona della danza e del femminismo.
Tornano sui palcoscenici del festival gli straordinari danzatori della compagnia ceca Dot504, che presentano un lavoro sull’abbandono e sulla perdita, e il Balletto di Roma che affida a tre giovani coreografe - Giorgia Nardin, Chiara Frigo e Francesca Pennini – l'opportunità di creare per una compagnia di danza. Riflette invece in maniera profonda sul folklore e sulle tradizioni il lavoro del coreografo austriaco Simon Mayer, mentre Dana Michel presenta il suo ritratto coreografico di un personaggio che vive ai margini della società. E ancora: i riferimenti mitologici e simbolici della coreografia di Fabrizio Favale e l'agire collettivo e l'anatomia poetica della danza proposti da Giorgia Nardin, mentre Floor Robert esplora in maniera personale il mondo dell’infanzia.

R.OSA coreografia di Silvia Gribaudi con Claudia Marsicano
26 -27 ottobre 2017 ore 21.00, Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno
Nella SEZIONE CINEMA molte le commedie e molte le storie emozionanti e toccanti di film e documentari. Da non perdere A quiet passion, il ritratto dedicato dal pluripremiato regista inglese Terence Davies alla poetessa americana Emily Dickinson, interpretata da una straordinaria Cinthya Nixon. Altro ritratto cinematografico quello di England is mine sulla adolescenza e giovinezza di Morrisey, futuro leader dei mitici The Smiths.
La grande Fanny Ardant veste sul grande schermo i panni di una transessuale musulmana in Lola Pater, il film dell’algerino Nadir Moknèche. Occhi puntati anche su After Louie, la pellicola di Vincent Gagliostro che esplora le contraddizioni generazionali della comunità gay sullo sfondo della lotta contro l’Aids. Sono invece le famiglie contemporanee le protagoniste di Signature Move, la commedia esilarante di Jennifer Reeeder.
Infine quattro vicende emblematiche sono al centro dei documentari. In Upon the Shadow di Nada Mezni Hafaiedh e Jonas Poher Rasmussen si raccontano la quotidianità e le relazioni di Amina Sboui, ex Femen tunisina, mentre in Yes we fuck di Raul de la Morena e Antonio Centeno viene data la parola in prima persona a una serie di persone diversamente abili sul loro bisogno di  affettività e sessualità. Rebels on Pointe di Bobby Jo Hart è il ritratto rutilante del famoso Les Ballets Trockadero di Monte Carlo, la celebre compagnia di ballo in drag fondata oltre 40 anni fa a New York City, a cui fa da contrappunto Quest, il ritratto di una famiglia working class nera di North Philadelphia seguita per dieci anni dal regista Jonathan Olshefski. Un ritratto emozionante e un profondo testamento di amore, cura e speranza nel cuore del ghetto americano.

una scena da A quiet passion, di Terence Davies | Belgio - Regno Unito - Usa
Cinema Lumiére - sabato 28 ottobre ore 22.00
Nella SEZIONE CONVERSAZIONI diverse importanti presenze, a partire da quella di Selene Zorzi, teologa ed ex benedettina, autrice del volume dal titolo Il genere di Dio, la Chiesa e la teologia alla prova del gender, passando per Giovanna Zapperi, che ha ricostruito nel libro Carla Lonzi un'arte della vita la radicale creatività del femminismo italiano degli anni ’70. In programma anche gli incontri con Walter Siti, tra i più celebrati autori della letteratura contemporanea, con Giulia Gianni, blogger che ha catturato l’attenzione pubblica con il racconto autobiografico e scanzonato della quotidianità di una coppia di donne lesbiche, e con Julie Maroh, autrice francese della graphic novel Corpi Sonori e già autrice del fortunato Il blue è un colore caldo, da cui venne tratto il film La vita di Adele.

conversazione con lo scrittore Walter Siti
sabato 4 novembre ore 18.30, Oratorio San Filippo Neri 

Per info: 0039 051 0957221

programma completo su www.genderbender.it

di Cristina Radi


lunedì 16 ottobre 2017

Cinemagia ci porta tutti al cinema, a Locarno fino al 26 ottobre

A Locarno, Città del Cinema, fino al 26 ottobre  si tiene la 32.edizione di Cinemagia. In cartellone 15 lungometraggi e 8 cortometraggi per un totale di 21 proiezioni rivolte ai bambini/e, ragazze/i, giovani e adulti.


I film vengono proposti in versione italiana, affinché tutti gli spettatori, ed in particolar modo i bambini, possano averne una comprensione immediata e totale, fanno eccezione due film serali,  il brillante lungometraggio d’animazione britannico-polacco “Loving Vincent” diretto da Dorota Kobiela e Hugh Welchman del 2017 in uscita anche nelle sale italiane e  “Intrigo internazionale”, uno dei capolavori  di Alfred Hitchcock in versione originale inglese con sottotitoli in italiano.
“Loving Vincent è il  primo film interamente dipinto su tela, rielaborando oltre mille dipinti per un totale di più di 65 000 fotogrammi realizzati da 125 artisti provenienti da varie parti del mondo. Alcuni quadri sono stati riadattati modificandone il rapporto, aggiungendo parti, scambiando il giorno con la notte, il tempo meteorologico e le stagioni. La tecnica rotoscope è stata utilizzata per la maggior parte del film, girando 6 minuti di materiale di riferimento in 12 giorni. 
Il budget del film è stato di $ 5,5.



Sul sito www.cinemagia.ch sono pubblicate, oltre le informazioni relative al programma, le schede dettagliate (sinossi, approfondimento e spunti didattici) di ogni film, ciò permette una migliore e più approfondita preparazione alla loro visione.
A disposizione degli spettatori vi è inoltre un librettino contenente il programma, un breve riassunto di ogni film e tutte le informazioni pratiche concernenti la Rassegna organizzata dal Gruppo Genitori Locarnese. I bambini devono essere accompagnati dai loro adulti di riferimento, affinché l’esperienza vissuta al cinema possa essere sviluppata e condivisa anche a casa o in classe. Il mattino durante la settimana le proiezioni sono destinate alle scolaresche, mentre la sera e il fine settimana sono aperte al pubblico.
Tra i 15 lungometraggi del valido programma, diversi sono conosciuti, apprezzati e  sono stati premiati in contesti internazionali.  Questi, ma anche gli altri, contribuiranno non solo all’educazione al cinema ma anche alla gioia degli spettatori in erba e dei giovani cinefili:
Oceania, Intrigo internazionale, Io, Daniel Blake, Il GGG – Il grande gigante gentile, Loving Vincent, The Circle, Kubo e la spada magica, La mia vita da Zucchina.

tutto il programma su www.cinemagia.ch

di Augusto Orsi


Chaplin's world             






lunedì 9 ottobre 2017

Antenati con le radici - un omaggio agli alberi centenari delle nostre città (14-15 ottobre Auressio, Mendrisio, Lugano)

Sabato 14 ottobre debutto
La Villa e l’Abete Spagnolo Auressio Onsernone Villa Edera ore 11.00

Domenica 15 ottobre
La Villa e il Cedro dell’Atlante,  Mendrisio Villa Argentina ore 10.30

La Villa e l’Alloro della California, Lugano Villa Saroli ore 16.00

Con Teatro dei Fauni, Teatro Zigoia, Zona Sun, Juan Pino

Giornata internazionale del Bastone Bianco

ENTRATA LIBERA
con qualsiasi tempo, per tutto il pubblico

Foto Dona De Carli
Il teatro dei Fauni, ideatore di questa serie di performance appuntamenti dedicati agli alberi centenari, debutta con una nuova creazione in collaborazione con diversi gruppi di teatro di musica. La Villa e l’Albero è il titolo generale ma ognuno dei tre appuntamenti site specific ha un nome proprio che prende spunto dalla villa che lo ospita e dall’albero a cui è dedicato questo omaggio.

Lo spettacolo è ispirato a queste parole di Stefano Mancuso, direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale:
Le piante potrebbero benissimo vivere senza di noi. Noi invece senza di loro ci estingueremmo in breve tempo. Eppure nella nostra lingua, e in quasi tutte le altre, espressioni come “vegetare” o “essere un vegetale” sono passate a indicare condizioni di vita ridotte ai minimi termini.
“Vegetale a chi?”… Se le piante potessero parlare la nostra lingua, forse sarebbe questa una delle prime domande che ci farebbero. “Vegetale a chi?”…

Come sentono gli alberi, dove hanno le orecchie? Come comunicano? Hanno radici come dita o come lingue da buongustai? La Villa e l’Albero stanno insieme da più di 100 anni. Questo incontro sulla percezione sensoriale degli alberi è pensato come un omaggio delle Ville a questi esemplari esotici che vivono nei loro giardini. 

Foto Dona De Carli
Il rapporto visivo immediato con l’albero è dilatato attraverso la musica, il teatro, le azioni performative che toccano gli altri sensi. Teatro dei Fauni, Teatro Zigoia e il musicista polistrumentista Juan Pino, propongono un’esplorazione dello spazio come se fossimo dotati di rami e foglie. Una rivisitazione proposta dalla Villa stessa, che esprime la sua vicinanza all’albero con suoni, parole, apparizioni e ricordi, sentimenti di alcune persone o eventi della sua vita centenaria.

Tommaso "Siddh" Mainardi (ZonaSun) racconterà come sente gli alberi da ipovedente e potremmo anche danzare cullati dal vento sui ritmi reggae di alcuni suoi brani in versione acustica.
Con la partecipazione degli esperti
Auressio Pippo Gianoni
Mendrisio Graziella Zannone Milan
Lugano Christian Bettosini.

Antenati con le radici è un progetto di Green culture del Teatro dei Fauni che si tiene in primavera e autunno di solito nelle aree urbane.

Eventi correlati

14.10 ore 9.00-10.30 Passeggiata sensoriale da Cresmino ad Auressio sulla strada vecchia nel bosco.
Per persone vedenti, cieche e ipovedenti. La passeggiata in natura diventa un modo diverso di attraversare l’ambiente e un’occasione per attivare i sensi e liberare l’immaginario. Conduce Andrea Valdinocci. Max 25 partecipanti, possibilità di trasporto gratuito.
Iscrizione entro il 9 ottobre: andrea@teatrozigoia.org tel. 076 606 97 58


15.10 dalle 14.30 Lugano Villa Saroli
Visita guidata alla mostra TU! Solo su iscrizione ideatorio@usi.ch

La Villa e l’Albero è il quarto episodio di Antenati con le radici progetto del Teatro dei Fauni promosso da Osa! che coinvolge ogni volta artisti diversi ed esplora temi che riguardano gli alberi centenari delle aree urbane. www.organicoscenaartistica.ch

Teatro dei Fauni nasce nel 1986 da artisti di teatro , musica e teatro di figura. Mette in scena antichi miti e fiabe, percorsi teatrali per tutte le età e storie di donne per gli adulti. www.teatro-fauni.ch

Teatro Zigoia si focalizza su spettacoli originali con improvvisazione, canto, musica, dialetti, maschere, pupazzi. Si occupa di progetti pedagogici e sociali, è attivo in Italia, Svizzera e Grecia. www.teatrozigoia.org

ZonaSun è un progetto di musica reggae nato a Locarno nel 2003 da Tom Siddh: cantante, compositore, tastierista ipovedente. La forza e il calore della sua musica porta il pubblico a danzare. www.zonasun.net

Juan Pino musicista e compositore nato in Ecuador cresciuto in Ticino, da 15 anni attivo Copenaghen come cantautore , polistrumentista solista o in gruppi che innovano le tradizioni. www.juanpino.dk

Maggiori informazioni fauni@teatro-fauni.ch 079 331 35 56   

di Cristina Radi

mercoledì 4 ottobre 2017

I diritti umani sul grande schermo a Lugano (10-15 ottobre)

La quarta edizione del Film Festival Diritti Umani Lugano, che si svolgerà dal 10 al 15 ottobre 2017, con la direzione artistica di Olmo Giovannini e Antonio Prata.

Fra i numerosi ospiti, il medico lampedusano Pietro Bartolo, Domenico Quirico, il giornalista Jérôme Bastion, nonché i registi Askold Kurov e Orban Wallace.

una scena del film City of Ghosts, a cui sarà consegnato il premio giornalistico Carla Agustoni, merc 11 ottobre ore 20.30

Film scelti nella rosa della più recente produzione mondiale, e che in grandissima parte non raggiungeranno le sale della Svizzera italiana, rendendo la proposta del festival un unicum, creando una selezione diversificata e di respiro internazionale.

Tra i diversi lavori selezionati, anche quest’anno si è rivolta l'attenzione sopratutto verso tematiche ambientali come lo sfruttamento delle risorse naturali, e il tema dell’informazione.
Scelte cinematografiche fatte pensando a un pubblico variegato, per temi e ritmi, con uno sguardo privilegiato per i giovani. Opere in grado di far riflettere sulla vita e la dignità umana, a prescindere dalle latitudini, evidenziando similitudini fra vite e vicende di paesi e uomini anche geograficamente lontanissimi. Valore imprescindibile su cui il Film Festival Diritti Umani Lugano pone tenacemente l’accento è, infatti, la libertà di pensiero, di espressione in tutte le sue accezioni (intellettuale, professionale, politica, di genere, ecc…).

Come nella scorsa edizione, la sede del festival è il Cinema Corso, nel cuore di Lugano.

Fra gli eventi collaterali, la mostra Quickgold e la consegna del premio giornalistico Carla Agustoni.
Il progetto Quickgold racconta l'oro come simbolo di ricchezza connesso al lavoro, alle condizioni e all'identità dell'uomo, ed è frutto del connubio fra il fotografo russo Andrey Gordasevich e il sociologo svizzero Nils Krauer, che attraverso scatti e oggetti raccontano la vita dei minatori. Già esposta in diverse sedi internazionali, l’esposizione arriva a Lugano dove si svilupperà in più luoghi, con lo Spazio 1929 (Via Ciseri 3) come fulcro. In mostra fino a domenica 15 ottobre.

un'immagine della mostra Quickgold / Spazio 1929 fino al 15 ottobre
La Fondazione AMCA come ogni anni assegna nell’ambito del festival il premio giornalistico dedicato a Carla Agustoni, riconoscimento per un servizio giornalistico del 2016 o 2017 (testo, audio, video, web) che riveli sensibilità verso i valori umani e li divulghi attraverso parole, suoni, immagini (www.amca.ch).
Nella presenza edizione il premio è stato assegnato al film CITY OF GHOSTS di Matthew Heineman (in proiezione merc 11 ottobre ore 20:30), che racconta di un gruppo di anonimi giornalisti siriani che, dopo l’occupazione dell’ISIS, ha deciso di documentarne orrori e atrocità, rischiando quotidianamente le proprie vite. Il premio sarà consegnato prima della proiezione

programma completo di tutti i film con le sinossi e degli eventi sul sito del Festival

di Cristina Radi