martedì 17 maggio 2022

Malina Suliman: una mostra dalla parte delle donne

La brezza nuova, che spira a Casa Rusca, ha portato un’altra bella novità. Dopo l’intensa mostra visitabile fino al 17 luglio di Gabriela Spector, Abbracci e abbandoni, sarà ospitata fino al 15 agosto, l’esposizione della street artist afgana Malina Suliman (Kandahar 1990), che come Spector fa una profonda riflessione sul corpo attraverso l’arte. La mostra è curata da Rodolfo Huber e Alessia Bottaro.

Dreams - Installazione con spezie
Museo Casa Rusca 2022


In particolare Suliman, vera e propria artista politica, usa la sua attività come grimaldello per provocare e far riflettere intorno alle tematiche del corpo delle donne e in generale della condizione della donna nel suo paese. Discriminazione di genere che in maniera più strisciante è comunque presente anche in molti Paesi occidentali, Svizzera compresa. 

Ritratto di Malina Suliman, 2022
© Museo Casa Rusca. Foto Cosimo Filippini

Come Spector, anche Suliman si occupa pure dei temi della migrazione e della condizione del migrante, che si trova sicuro in Occidente, ma con la mente ancora nel suo paese e con un senso di colpa, tipico del sopravvissuto che è stato costretto a lasciare affetti e amicizie. C’è una profonda riflessione sull’identità della persona: cosa rimane della propria identità quando si è costretti a trasferirsi in un luogo completamente diverso dal proprio, senza più quei riferimenti culturali e tradizionali in cui si è cresciuti? Lei stessa è dovuta fuggire dal suo paese, perché dopo gli studi d’arte in Pakistan era stata reclusa in casa dalla famiglia, contraria alle sue idee troppo progressiste. Si è quindi rifugiata nei Paesi Basi, dove ha portato avanti gli studi d’arte.

Beyond the Veil. Burqa dipinto a mano, s.d.
© Museo Casa Rusca. Foto Cosimo Filippini


Il composito lavoro in mostra a Casa Rusca si articola fra murales, creati ad hoc per lo spazio, installazioni video e audio, interazioni con il pubblico che si deve mettere in gioco, se vuole veramente accogliere l'invito di Malina.

Un grande murales si dipana in diverse sequenze come una graphic novel: all’inizio donne albero crescono rigogliose, ma le loro radici sono tagliate da uomini neri tutti uguali come automi. Vediamo poi i loro corpi a due dimensioni inerti stesi su fili come panni, perdono profondità e possono solo essere passivamente esposti alle intemperie. 

Ispirazione dalla street art. Museo Casa Rusca, 2022

Infine nell’ultima sequenza sotto burqa oscuranti ci sono solo scheletri di morte. Lo scheletro come emblema della condizione della donna, ritorna in diverse opere.

Dreams. L’artista al lavoro a Casa Rusca, 2022 Installazione con spezie
© Museo Casa Rusca. Foto Cosimo Filippini

Di grande impatto visivo un mosaico policromo grande come una stanza, interamente realizzato con spezie. Spezie che in Afghanistan gli uomini commerciano, ma le donne usano abitualmente.

Da segnalare infine anche alcune opere realizzate con le stoffe, simbolo di una condizione, eppure cambiandone l’uso si perde la simbologia. Sono le stesse donne che tessono i loro burqa, impiegando tempo e fatica, finendo per costruirsi la loro stessa gabbia. 

Turban as Symbol of Male Supremacy. Veduta Museo Casa Rusca, 2022


Nella mostra di Suliman le stoffe dei burqa diventano, stendardi appesi con iscrizioni grafiche, mentre la stoffa del turbante, simbolo del potere maschile è posto di fronte ad un audience femminile rappresentata da indumenti di lingerie, realizzati con la stessa stoffa. Come a dichiarare: siamo della stessa stoffa, la stoffa del genere umano.

Malina Suliman
Piazza Sant’Antonio, 
6600 Locarno

fino al 15 agosto 2022
Martedì - Domenica 10.00-12.00 / 14.00-17.00 
Lunedì chiuso


di Cristina Radi

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