Dall’apertura dell’Alp transit il modo migliore e forse anche il meno
costoso di raggiungere Zurigo, è diventato il treno. Bisogna forse organizzarsi
con un po’ di anticipo, informandosi sulle varie offerte anche on line per
alloggio e biglietto del treno.
Zurigo vista dalla Grossmünster |
I bambini al di sopra dei 6 anni (al di sotto non pagano) con soli 15
fr hanno la Carta Junior valida un anno che dà la possibilità di viaggiare
gratuitamente con un adulto, che può essere un genitore, un nonno persino un
genitore di un amico/a. Gli adulti possono acquistare una carta che dà diritto
alla riduzione della metà del biglietto per un anno oppure possono informarsi
presso il proprio comune o gli altri limitrofi o anche l’ente del turismo delle
carte giornaliere che danno la possibilità con 38 fr (un po’ di più se la si acquista
in un comune non di residenza) di viaggiare per una giornata intera in tutta la
Svizzera (www.swisstrotter.ch).
Il lungolago da Bellevue a Zurichhorn a piedi |
Arrivati
in stazione a Zurigo mi colpisce subito la sua vastità, ha al suo interno
numerosi negozi e supermercati e soprattutto notiamo persone di ogni
nazionalità e colore, cosa a cui non sono più tanto abituata vivendo in Ticino.
Capiamo subito di essere arrivati davvero in una città cosmopolita.
Trascorrere soli due giorni e mezzo a Zurigo vuol dire selezionare
moltissimo fra le numerose proposte, visite, intrattenimenti che la città
offre. Per noi era la prima volta nella città della Limmat, per cui abbiamo
deciso di fare i classici turisti dei monumenti e delle vie della città,
tagliando ahimè i numerosi musei, che ci riproponiamo comunque di tornare a
visitare. Alloggiati in centro città, vicinissimi alla Grossmünster, decidiamo di
iniziare da lì la nostra visita.
La Grossmünster, antico duomo della città e suo simbolo architettonico,
è una delle chiese più belle e note di Zurigo e soprattutto ha la particolarità
di essere dotata di due alte torri visitabili fino in cima dopo numerosi
gradini a chiocciola, da cui si gode una vista mozzafiato in 3D sull’intera città
storica su su fino alle montagne, con fiume, lago, chiese e le decine e decine
di chiese e campanili dotati di orologi. Una google maps in 3D che ti dà una
visione completa e d’insieme di cosa ci aspetta nei giorni successivi.
Ed infatti scesi di lì, decidiamo di seguire il percorso che abbiamo
visto dall’alto: una bella passeggiata sul lungolago da Bellevue a Zurichhorn. Una strada completamente pedonale e per
lo più fiancheggiata da curatissimi prati verdi, dove gli Zurighesi prendevano
il sole si facevano il bagno viste le temperature super estive. Arrivati quasi
a Zurichhorn, di fianco al Giardino cinese, una lunga sosta obbligata al parco
pubblico, che i miei figli (anche il grande di 12 anni) apprezzano moltissimo,
perché oltre ai classici giochi, altalene e scivoli, c’è sabbia, una parte di
arrampicata sportiva, e soprattutto sabbia e spruzzi d’acqua. È il posto che
più è rimasto nel cuore al mio piccolo di 3 anni, che ancora oggi a distanza di
quasi un mese mi continua a chiedere se possiamo tornare a giocare al parco
della sabbia di Zurigo.
Una delle 1200 fontane di Zurigo, in centro storico |
Con i figli completamente fradici riprendiamo il tram per tornare al
nostro alloggio. Doccia e programmi serali. Fuori programma un temporale sì
estivo, ma davvero torrenziale ci obbliga a sfidare gli elementi per poter
raggiungere il ristorante prenotato. Ho insistito per andare all’Hiltl, famoso per
essere primo ristorante vegetariano della storia e locale cult di Zurigo con
ricco buffet all’entrata e svariati piatti a là carte. Io ne sono deliziata,
adoro le verdure pur non essendo vegetariana e la zuppa è davvero buonissima e
ci sta proprio bene con tutta l’acqua che abbiamo preso fuori. I bimbi sono
invece un po’ perplessi di fronte al loro piatto di pasta “alla bolognese” o
“alla carbonara” in versione hiltl. L’atmosfera è molto bella con un grande e
particolarissimo lampadario in centro sala al nostro fianco una specie di
fontana lunga e stretta piena di boccioli di fiori galleggianti. La prima sera
si conclude così, lasciandoci negli occhi le aspettative dei giorni successivi.
Abbiamo subito capito che Zurigo si gira solo con i mezzi pubblici e la
mattina dopo ci dirigiamo decisi verso l’ufficio dei tram più vicini per
chiedere consiglio sul modo più facile ed economico per muoverci in città. Ci
viene suggerito subito il pass giornaliero, ma risulta che solo io lo pagherò
per intero, perché i bimbi avendo la Carta Junior non pagano e mio marito
sempre grazie alla sua carta dei treno, paga metà prezzo. Il conto finale per
viaggiare per tutta la giornata risulta così essere infine davvero molto
conveniente (www.zuerich.com/it/visitare/la-rete-dei-trasporti-pubblici).
Prima tappa della giornata la Fraumünster, altra chiesa storica zurighese, nota
soprattutto per le magnifiche vetrate colorate, di cui le più belle e dai
colori più accesi sono quelle di Marc Chagall, che rivelano già al primo
sguardo il suo stile inconfondibile fra sogno e realtà. Vi sono rappresentate
naturalmente scene della Bibbia e sono ognuna virata su una tinta: blu, rosso,
giallo e verde, colore della salvezza e della speranza che infatti troneggia in
centro con scene della vita di Gesù. Rimaniamo ammirati alla Fraumünster per
parecchi tempo, persi anche nelle spiegazioni dell’audioguida in italiano,
compresa nel prezzo del biglietto.
La fontana nella piazza antistante la Fraumünster |
La piazza antistante la chiesa è molto ampia ed è stata dotata di
qualche sedia qua e là e di una bella e grande fontana in un lato per bere e
rinfrescarsi. Ho letto che Zurigo ha oltre 1200 fontane, di cui la maggior
parte con acqua potabile.
Il pomeriggio del sabato scorre via tra una lunga passeggiata nella Bahnhofstrasse, la via principale della vita e dello shopping, dove io riesco a rubare una
mezz’ora dentro Zara, grande magazzino di abbigliamento che a Zurigo è di ben 4
piani (da sempre adoro il design delle collezioni di questa catena spagnola
diffusa in tutte le grandi città, ed infatti riesco a comprarmi una camicetta
carinissima). Di qui d’obbligo ci hanno detto è una capatina alla pasticceria Sprüngli, dove i bimbi vengono subito omaggiati di un Luxemburgerli,
dolcetti colorati con una morbida crema all’interno, davvero molto buoni. Ed
infatti ne usciamo con una scatolina da 24, che con gusto ci finiamo in fretta,
mentre ci godiamo una bella traversata in barca sulla Limmat. La gita dura
circa 1 ora e di nuovo ci torna utile il nostro abbonamento giornaliero, perché
infatti paghiamo solo il sovraprezzo barca noi due adulti, non così per chi
dietro di noi non può dimostrare di usare i mezzi pubblici. Sul battello ci
godiamo le due sponde con visioni su spiagge di prati e stabilimenti
simil-balneari piuttosto affollati e una fontana con altissimo spruzzo in mezzo
all’acqua.
I dolcetti tipici di Zurigo: Luxemburgerli |
Tornati all’alloggio ci prepariamo per trascorrere la serata con
degli amici svizzero tedeschi, ma anche loro trasferiti a Locarno. Insieme
andiamo in un posto particolare di cui ho letto belle cose su un interessante
blog di viaggiatori italiani (www.miprendoemiportovia.it).
Solito tram per raggiungere Zurich West, vecchio quartiere
industriale e di lavoro della città ora riconvertito in parte con localini e
negozi particolari. La nostra destinazione è Frau Gerolds Garten, ci accolgono lucine simil-natalizie e un
giardino urbano in cui sono collocati lunghi tavoloni da condividere fra
commensali sconosciuti e stand che ti preparano al momento da bere e da
mangiare a seconda del tuo gusto, come in una sagra di paese. L’atmosfera è
molto piacevole e il cibo è tutto sommato a buon prezzo per essere a Zurigo.
Anche i nostri amici che pure frequentano spesso Zurigo, non conoscevano il
posto e ne rimangono piacevolmente stupiti. La serata tanto per cambiare si
conclude con il solito acquazzone torrenziale, che ci obbliga ad un rientro
precipitoso.
L'entrata del Frau Gerolds Garten |
Ultimo giorno, da tempo ormai
immemorabile già fissato come quello che sarà dedicato allo zoo.
Carrozze del tram in legno, originali dei primi del ‘900 ci portano fin quasi a
destinazione e l’ultimo tratto coperto da un piccolo shuttle bus. Siamo in fila
per i biglietti da 5 m e mio figlio più grande si è già connesso al wi-fi dello
zoo e ne ha già scaricato l’app con cartina e info… certo che è avanti anni
luce rispetto a me, che cerco nella borsa due ore le info stampate a casa. Lo
zoo è ben tenuto e i bimbi rimangono stupiti di fronte ai leoni e ai
coccodrilli e nel padiglione degli elefanti. Devo dire che io non ho mai amato
né zoo né circhi e preferirei che i miei bambini potessero vedere gli animali
come sono davvero in natura, loro sanno cosa penso, ma cerco comunque di
godermi come posso la giornata e non fare la solita criticona. La giornata passa
via tranquilla e un po’ faticosa, rimango anch’io sorpresa nella Masoala
Hall, una vera e propria jungla in serra dove ci sono anche scimmie e altri
animali in mezzo alla vegetazione equatoriale. Alle sei lo zoo chiude e noi
torniamo a prendere il nostro tram per la stazione che ci riporterà in Ticino
con gli occhi ancora pieni di città.
La Masoala Hall allo Zoo di Zurigo |
di Cristina Radi
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